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Tensione tra l’Inter e le nazionali straniere: sì agli allenamenti, no alle partite

L’Agenzia di Tutela della Salute ha dato il via libera ai calciatori stranieri per raggiungere i ritiri delle rispettive nazionali, lo ha fatto su richiesta delle Federazioni e in base alla legge ma a determinate condizioni. La prima, più importante, subordina tutto alla negatività degli ultimi test dell’Inter. Le prescrizioni s’intrecciano con le norme di diritto internazionale dei vari Paesi e le legittime istanze/preoccupazioni del club per la salute dei propri tesserati in piena pandemia.
A cura di Maurizio De Santis
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L'esito dei tamponi sarà dirimente. Solo se non ci saranno altri casi di positività l'Ats milanese consentirà ai nazionali dell'Inter di uscire dalla ‘bolla' per raggiungere i rispettivi ritiri e rispondere alle convocazioni. Un primo consenso da parte dell'Agenzia di Tutela della Salute c'è già stato: le Federazioni che hanno chiesto il ritorno in patria dei calciatori hanno ricevuto risposta positiva ma a determinate condizioni. Gli atleti interessati sono Brozovic e Perisic per la Croazia, Eriksen per la Danimarca, Lukaku per il Belgio e Skriniar per la Slovacchia.

Per tutti, però, valgono una serie di prescrizioni. S'intrecciano con le norme di diritto internazionale dei vari Paesi e le legittime istanze/preoccupazioni del club per la salute dei propri tesserati in piena pandemia. La prima, più importante, subordina tutto alla negatività degli ultimi test. È il presupposto perché il sì dell'Ats lombarda diventi pienamente efficace: a causa il focolaio Covid, scoppiato nei giorni scorsi (sono 4 i calciatori contagiati) e per fortuna contenuto, tutta la squadra è in isolamento e ogni attività è interrotta. La stessa gara di campionato con il Sassuolo è stata rinviata a data da destinarsi e non c'è ancora certezza al momento su quando verrà recuperata.

Perché l'Ats ha autorizzato la partenza dei calciatori? L'Agenzia ha fatto propria una norma internazionale che vale per tutti i lavoratori: una persona che ha iniziato un periodo di quarantena all’estero può rientrare nel proprio Paese d’origine e sarà lì che concluderà l'isolamento. Dunque, i nazionali stranieri possono fare ritorno in patria ma a patto che i trasferimenti siano effettuati con mezzi privati (così da ridurre al massimo ogni forma di contatto), rispettino il protocollo e restino in quarantena fino al 31 marzo nell'indirizzo di residenza comunicato e dal quale non possono muoversi, possono uscire solo per recarsi al campo d'allenamento.

Quali sono le perplessità dell'Inter. Secondo il club, che teme per l'incolumità dei calciatori soprattutto in questa fase delicata della stagione, il permesso concesso dall'Ats milanese va interpretato all'interno di un perimetro ben definito: sì agli allenamenti (e, una volta conclusi, devono tornare in isolamento), no alle partite. In buona sostanza per la società nerazzurra i calciatori stranieri potrebbero svolgere in patria lo stesso lavoro che eseguirebbero ad Appiano Gentile ma non essere a disposizione per le gare.

Il "veto" sui match e i viaggi verso Paesi terzi. Se il permesso dell'Ats è legato al rispetto e al prosieguo della quarantena in patria, è giusto concedere ai calciatori di volare addirittura in un altra nazione? Esempio: il Belgio di Lukaku è atteso dalla trasferta in Repubblica Ceca, la Danimarca di Eriksen ha in agenda i viaggi tra Israele e Austria, la Croazia con Brozovic e Perisic sarà in Slovenia mentre la Slovacchia di Skriniar farà scalo a Cipro. Qui i dubbi dell'Inter cozzano con gli ordinamenti dei diversi Paesi. In che senso? È semplice: una volta che i calciatori sono all'estero hanno l'obbligo di seguire le leggi anti-Covid dei loro Paesi di origine, norme dinanzi alle quali tutte le indicazioni dell'Ats non avrebbero più valore.

Cosa succede per i nazionali italiani? La posizione dell'Ats al riguardo è differente: per adesso restano in quarantena e non possono spostarsi. Bastoni, Barella e Sensi restano a Milano sempre che, dopo l'esito dei tamponi, la Federcalcio non riesca a trovare una vis d'uscita nel solo della legge.

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