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Spalletti fuorionda, ha sentito la solita storia e non ci sta: “Ora a uno gli telefono per bene”

Rabbia e amarezza nel fuorionda di Luciano Spalletti nel dopo partita di Eintracht Francoforte-Napoli: quello che ha sentito davvero non lo può accettare.
A cura di Paolo Fiorenza
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Avevamo lasciato un Napoli stradominante in campionato, con un abisso sulle seconde e un gioco meraviglioso sublimato dalle prodezze individuali dei suoi gioielli, e lo abbiamo ritrovato pari pari anche in Champions League, dove gli azzurri hanno dato spettacolo in Germania stracciando l'Eintracht Francoforte ben oltre il 2-0 finale. Gli ottavi della massima competizione europea sono ora decisamente in discesa, Osimhen e compagni vedono quella qualificazione ai quarti di finale che il Napoli non ha mai conquistato nella sua storia. Servirà non abbassare la guardia al ritorno il prossimo 15 marzo, ma sembra davvero difficile immaginare che la differenza di valori vista ieri possa essere ribaltata così clamorosamente al Maradona.

L'esultanza di Osimhen e Kvaratskhelia a Francoforte
L'esultanza di Osimhen e Kvaratskhelia a Francoforte

È comprensibile peraltro che Luciano Spalletti nel dopo partita tenga tutti coi piedi per terra, minacciando di lasciare fuori chi dei suoi giocatori dovesse pensare già al possibile avversario nel turno successivo. Il 63enne tecnico toscano sta mietendo elogi all'estero come forse neanche in Italia: viene sottolineata la vocazione al gioco spettacolare ma anche vincente del suo Napoli, con tanto di eloquenti statistiche (qui sotto quelle di Opta Analyst relative alla Serie A di quest'anno).

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Ieri sera dopo il fischio finale Spalletti ha fatto il consueto giro delle TV per commentare la prestazione scintillante degli azzurri, da Mediaset a Sky, prima dell'ultimo giro in conferenza per rispondere alle domande degli inviati a Francoforte. Tuttavia durante il passaggio tra un collegamento e l'altro, l'allenatore di Certaldo ha sentito che in studio – non pensando che lui fosse in ascolto – qualcuno aveva detto una frase che davvero non gli è andata giù. A quel punto, mentre gli mettevano l'auricolare prima di intervenire a Sky, Spalletti si è sfogato con un fuorionda più amareggiato che rabbioso, svelando quale fosse l'oggetto del suo malcontento: "Mi fanno arrabbiare? Mi parlano ancora di Totti e Icardi in televisione un'altra volta, stanno parlando di come ho gestito Totti e Icardi, poi ora a uno gli telefono per bene, glielo faccio vedere come li ho gestiti…".

"Stai con noi, stai sereno", gli dice l'intervistatore di Sky, confermando quello che la successione temporale degli eventi aveva fatto intuire, ovvero che il toscano ce l'avesse con qualcuno intervenuto in precedenza nello studio di Sport Mediaset. Con chi ce l'aveva Spalletti? Tutti gli indizi portano a Sandro Sabatini, che ieri sera aveva appunto tirato in ballo le solite storie sulla difficile gestione dei due giocatori durante le sue esperienze con Roma e Inter.  "Ripercorrendo la storia di Spalletti, è evidente che lui da allenatore ha avuto delle situazioni in carriera che non erano esclusivamente di campo, tecniche e tattiche – aveva detto il giornalista ed ex capo ufficio stampa dell'Inter – Parliamo ovviamente di Totti alla Roma e Icardi all'Inter. Viene il sospetto che durante queste esperienze in certi particolari momenti abbia disperso un po' di energie e tempo, portandolo ad avere più stress, che a Napoli invece non ha. Qui a Napoli sta facendo semplicemente l'allenatore".

Spalletti tutto si aspettava, tranne che in una serata in cui il suo Napoli aveva fatto onore al calcio italiano si tirasse fuori ancora la storia della sua difficoltà nel gestire alcuni giocatori, col riferimento alla fascia di capitano tolta e poi al benservito dato a Icardi ed alla messa ai margini di Totti nel finale di carriera che portò i due a rompere i rapporti. Tutte cose su cui ha già abbondantemente risposto in passato, l'ultima volta lo scorso ottobre alla vigilia di Napoli-Bologna: "Voi andate dietro a quello che sentite dire, si ripete sempre lo stesso. Continuano a dire che io sono quello che fa casino, ma quelle sono due situazioni che io messo a posto, non le ho determinate io". Se insomma Icardi è andato via dall'Inter dopo esserne stato pilastro e capitano fino a pochi mesi prima e Totti ha appeso mestamente le scarpette al chiodo giocando spiccioli di minuti nella sua ultima stagione, le responsabilità vanno cercate altrove, più a monte.

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