Simeone tocca il pallone di mano in Torino-Cremonese: perché l’arbitro non dà rigore e il VAR non interviene

L'ultimo pallone di Torino-Cremonese concentra tutte le polemiche della partita valida per la 15ª giornata della Serie A 2025-2026. Sul risultato di 1-0 per i granata, in pieno recupero, su un cross che spiove lentamente in area, Giovanni Simeone, lontano da qualsiasi altro calciatore, interviene in modo goffo: il pallone finisce sul braccio largo, all'altezza del polso/avambraccio. La Cremonese reclama un calcio di rigore che potrebbe valere il pareggio, ma l'arbitro Livio Marinelli lascia correre e, dopo un rapido check VAR, non viene disposto alcuna on field review.
La decisione nasce dall'applicazione del regolamento IFAB – Regola 12, in vigore anche nella Serie A 2025-2026. Il testo è chiaro: "Non tutti i tocchi di mano costituiscono un'infrazione". Un fallo di mano viene punito solo se il calciatore "tocca deliberatamente il pallone con la mano/braccio" oppure se "la mano o il braccio rendono il corpo innaturalmente più grande".
Il punto centrale è proprio l'interpretazione dell'innaturalità del gesto. Il regolamento specifica che "si considera che un calciatore abbia reso il proprio corpo innaturalmente più grande quando la posizione della mano o del braccio non è conseguenza del movimento del corpo in quella specifica situazione". Nel caso di Simeone, evidentemente, il contatto viene valutato come non deliberato e coerente con la dinamica dell'azione, senza un chiaro gesto volontario di opposizione al pallone.
C'è poi il tema VAR. Il protocollo stabilisce che l'intervento avvenga solo in presenza di "un chiaro ed evidente errore". Se l'arbitro giudica l'episodio interpretabile, la sala VAR non può imporre una revisione. È il principio ribadito più volte anche dal designatore Gianluca Rocchi, che ha chiesto uniformità: meno rigori automatici per semplici tocchi, più attenzione a volontarietà e postura reale del corpo.
In questa cornice, il mani di Simeone resta un episodio al limite, ma non sufficiente, secondo arbitro e VAR, per superare la soglia regolamentare richiesta. Ecco perché il gioco riprende e il risultato non cambia: non ogni tocco di braccio in area è rigore, anche quando il contatto è visibile e decisivo.