Silvio Baldini si sfoga: “Non me ne frega che ci chiedono la linea! Il calcio è pieno di lestofanti”

Il Pescara festeggia il ritorno in Serie B dopo quattro anni e tutti si fanno trascinare dalla festa. Contro la Ternana sono serviti i caldi di rigore e un eroico Plizzari per centrare la promozione, l'occasione perfetta per Silvio Baldini di togliersi qualche sassolino dalla scarpa: l'allenatore ha fatto un capolavoro con la sua squadra, trascinandola fino alla finale playoff e vincendo nel modo più spettacolare possibile.
E nell'intervista post gara andata in onda su Rai 2 si sfoga contro tutto e tutti, facendo una lunga disamina che coinvolge tutto il calcio italiano: "Avevo un po' di pressione ma mi piaceva scherzare con il destino, parlavo dentro me stesso per vedere se il destino ci avrebbe tradito. Ma so cosa hanno fatto i ragazzi che facevano tre doppie sedute a settimana, ci deridevano, anche i procuratori, c'è troppa ipocrisia".

Baldini è un fiume in piena dopo la promozione
Oltre alla soddisfazione per aver ottenuto una promozione sudata fino all'ultimo secondo, Baldini approfitta dei festeggiamenti per lasciarsi andare a un lunghissimo sfogo che si è tenuto dentro per tutta la stagione. In tanti parteggiavano per il suo esonero, ma il presidente del Pescara ha deciso di dargli fiducia: "Un grazie ai sapientoni che invitavano il presidente a disfarsi di me perché sono una testa di c…o e non so gestire un gruppo. È una vittoria contro queste persone che rappresentano la cattiveria e il male del calcio".
Ma poi l'allenatore non si ferma qui e divaga anche sulla situazione della Nazionale italiana: "Se l'Italia ha perso 3-0 contro la Norvegia il problema non è Spalletti, il problema è che creano una generazione di persone che non sanno più cos'è la bandiera italiana, cosa vuol dire indossare la maglia azzurra. La Nazionale vera è quella dell'82". Nel mezzo del suo discorso il giornalista prova a dare la linea allo studio, ma Baldini lo ferma e continua a parlare: "Non me ne frega, quelli sono stati eroi. Quello era il calcio, quelle erano persone. Se i nostri dirigenti non capiscono queste cose andranno sempre avanti i lestofanti".