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Caso Rosario D'Onofrio-Aia

Rivoluzione Aia dopo l’arresto di D’Onofrio: la giustizia arbitrale trasferita a quella federale

Cambio di direzione nell’Associazione Italiana Arbitri. Dopo l’arresto del procuratore capo dell’Aia, Rosario D’Onofrio, il consiglio federale straordinario ha votato a favore del trasferimento della giustizia arbitrale a quella federale.
A cura di Fabrizio Rinelli
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L'Aia è stata completamente scossa dalla notizia dell'arresto del procuratore capo dell'Aia (Associazione Italiana Arbitri), Rosario D'Onofrio, nell'ambito dell'inchiesta della Dda milanese per traffico internazionale di droga insieme ad altre 42 persone. Sarebbero stati introdotti in Lombardia, tra il 2019 e il 2021, sei tonnellate di marijuana e hashish. Durante questa operazione, gli inquirenti hanno anche sequestrato più di mille ricariche per sigarette elettroniche a base di cannabinoidi.

Davvero tanto per restare indifferenti e infatti l'Aia sin da subito ha preso le distanze da D'Onofrio: “L‘Associazione Italiana Arbitri prende atto con sorpresa e sgomento delle notizie diffuse a mezzo stampa relative all’arresto del Procuratore Rosario D’Onofriosi leggeva nel primo comunicato – L’Associazione Italiana Arbitri è stata vittima ed indotta in errore con una gravissima e dolosa omissione di comunicazioni previste dal Regolamento associativo. Un vero e proprio tradimento che ha creato un serio danno d’immagine a tutta l’Aia".

L'Aia è rimasta sconcertata: "Il signor Rosario D’Onofrio sarebbe stato arrestato nel corso del 2020, non comunicando addirittura tale provvedimento restrittivo della libertà personale mentre già ricopriva l’incarico di componente della Commissione disciplinare nazionale a seguito dell’elezione della nuova governance, avvenuta il 14 febbraio 2021″. Ecco perché nella giornata odierna, a seguito di quello che è a tutti gli effetti uno scandalo, l'Aia ha preso un importante provvedimento a conclusione del consiglio federale straordinario dedicato allo scandalo dell'arresto del procuratore Rosario D'Onofrio: la giustizia arbitrale sarà trasferita a quella federale.

Gabriele Gravina, il presidente della FIGC.
Gabriele Gravina, il presidente della FIGC.

Entro il 15 dicembre l'Associazione arbitri dovrà adeguare il proprio Statuto nel senso che la giustizia sportiva arbitrale sarà dunque trasferita nell'ambito della giustizia federale così come per tutti i tesserati della Figc. A votare a favore anche la Lega di A così come per Alfredo Trentalange, il presidente dell'Aia che ha pure lui votato a favore. “Sono sconcertato – ha commentato il presidente della Figc, Gabriele Gravina – Ho subito chiesto riscontro al presidente Trentalange sulle modalità di selezione del Procuratore, in quanto la sua nomina è di esclusiva pertinenza del comitato nazionale su proposta del presidente dell’Aia. Una cosa è certa, la Figc assumerà tutte le decisioni necessarie a tutela della reputazione del mondo del calcio e della stessa classe arbitrale”.

Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha tuonato nel corso della conferenza stampa facendo presente la sua durissima condanna dopo l'arresto di D'Onofrio escludendo però il commissariamento dell'Aia: "Trentalange è stato votato e dunque legittimato a ricoprire questo ruolo – ha detto – Se dovessero eventualmente emergere nuovi elementi credo che Trentalange però non esiti a dimettersi". I toni di Gravina sono durissimi poiché l'intento del presidente federale è quello di tutelare proprio la figura dei vari arbitri: "Oggi c'è la responsabilità penale di un soggetto – ha detto – Ma gli arbitri sono intoccabili e non c'entrano nulla con questa vicenda e sono contento che nell'ultimo weekend abbiano dimostrato grande maturità non risultando per niente amareggiati reagendo con un'ottima prestazione".

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