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Rigore per la Samp, Conte: “Ma sta scherzando?”. Barella all’arbitro: “Che c… mi ammonisci”

Le reazioni di Conte e Barella scandiscono la decisione dell’arbitro, Valeri, di concedere un calcio di rigore alla Sampdoria. Var decisivo nell’indicare dal direttore di gara il tocco di mano del centrocampista. L’allenatore sbotta: “Ma sta scherzando?”. Il calciatore rischia grosso per le frasi rivolte al fischietto.
A cura di Maurizio De Santis
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Il calcio di rigore concesso alla Sampdoria nel primo tempo provoca la reazione stizzita da parte di Antonio Conte che, dalla panchina, resta incredulo per la decisione presa dal direttore di gara, Valeri, con l'ausilio del Var. Succede tutto in occasione del tiro di Tonelli che viene impattato con la mano altissima da Barella, un episodio di cui l'arbitro non ha subito contezza ma se ne accorge grazie all'intervento della tecnologia. È in quel momento che, da lontano, il tecnico dei nerazzurri sbotta e si lascia sfuggire "ma sta scherzando?", frase che viene raccolta dall'audio e dalle telecamere grazie all'assenza di pubblico.

Anche il protagonista del fallo di mano Barella, non gradisce la decisione del direttore di gara. L'ex Cagliari in particolare prova a giustificarsi, utilizzando anche un linguaggio colorito: "Che c… mi ammonisci che mi prende prima in faccia", colpendosi ripetutamente il volto. Molto nervoso Barella che si lamenta con Valeri anche poco dopo in occasione di un intervento non sanzionato ai suoi danni, prima di un fallo da giallo di de Vrij su Keita. In questo caso tocca al team manager Oriali fare le veci del già ammonito Conte, che non può permettersi il lusso di ulteriori proteste nei confronti del direttore di gara.

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L'ex campione del mondo abbandona la panchina ed entra sul terreno di gioco per calmare Barella e allontanarlo. Una soluzione insolita, che costringe l'arbitro infatti ad estrarre inevitabilmente il cartellino giallo nei confronti di Oriali che non protesta e accetta il provvedimento, sacrosanto in termini di regolamento. Un "sacrificio", quello del dirigente e braccio destro del mister salentino, giustificato dalla necessità di tranquillizzare il giovane mediano ed impedirgli un secondo giallo che avrebbe lasciato i suoi in 10.

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