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Quagliarella in lacrime, Sampdoria-Sassuolo si ferma: brividi per la sua ultima gara a Marassi

Fabio Quagliarella è stato sostituito all’88’ di Sampdoria-Sassuolo: tutto lo stadio lo ha celebrato e tra gli abbracci dei propri compagni e gli applausi degli avversari non è riuscito a trattenere l’emozione.
A cura di Alessio Pediglieri
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Sampdoria-Sassuolo si è fermata per un istante che è sembrato eterno quando Stankovic ha richiamato in panchina Fabio Quagliarella per fare entrare Lammers all'88'. Non un cambio banale perché per l'attaccante di origini napoletane significa l'addio ufficiale al proprio pubblico doriano e al calcio giocato a fine stagione. Un momento toccante, che ha visto il capitano blucerchiato scoppiare in lacrime, applaudito da compagni, tifosi e avversari.

Una decisione che Stankovic ha dovuto prendere viste le precarie condizioni di Quagliarella e che ha trasformato il momento della sostituzione in qualcosa di unico: la partita si è fermata, Marassi ha celebrato con un lungo abbraccio il suo capitano che prima di abbandonare il campo ha salutato il suo pubblico. Poi, evidentemente commosso, tra gli applausi anche dei giocatori del Sassuolo, l'attaccante blucerchiato è scoppiato in lacrime, subito abbracciato da tutti i suoi compagni di squadra, per poi rifugiarsi nelle braccia del proprio tecnico.

Non c'è nulla di ufficiale, ma è chiaro che questa contro il Sassuolo possa serenamente rappresentare l'ultima partita davanti al proprio pubblico di Quagliarella, classe 1983, dal 2016 tra le fila del club doriano con cui ha giocato 240 partite segnando 89 gol. Un addio commosso e commovente con la fascia da capitano sul braccio in una stagione decisamente negativa per la "sua" Sampdoria.

Con il club blucerchiato la storia è stata duplice, con una prima parentesi nel 2006-2007 (35 gettoni e 13 gol) e poi un feeling molto più lungo dal 2016 ad oggi. Anni in cui Quagliarella è diventato leader in campo e beniamino del pubblico, sempre pronto a gettare il cuore oltre l'ostacolo, mettendoci anche la faccia laddove serviva. Come in questo finale di campionato, devastato dalla retrocessione e dal rischio di fallimento societario.

Il suo momento più glorioso con il mondo del calcio è stata la parentesi con la Juventus. Con la società bianconera ha vinto tre scudetti consecutivi, dalla stagione 2011-2012 alla stagione 2013-2014 oltre due edizioni della Supercoppa italiana (2012 e 2013). Precedentemente però, nella Florentia Viola, si era già fregiato anche di un altro titolo: il campionato di Serie C2 2002-2003. Globetrotter del calcio moderno, ha girato 8 club, con alcuni importanti ritorni (alla Samp e ancor prima al Torino) ha anche giocato con tutte le nazionali, dall'Under 17 alla maggiore. In una carriera durata trent'anni, in cui ha segnato 235 gol giocando 721 partite.

"Ho salutato perché questa è l'ultima in Serie A davanti al mio pubblico" ha detto a fine match aprendo uno spiraglio ad un possibile, ulteriore prolungamento in campo: "Ho un obiettivo, se la società lo vorrà potrà contare su di me per risalire subito. Questa piazza non merita sicuramente la Serie B. Una tifoseria del genere è uno spettacolo, era giusto e doveroso salutarli nell'ultima in A in casa dopo tutto quello che è stato fatto per noi"

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