Perché l’Inter gioca la finale di Champions in maglia gialla su richiesta esplicita della squadra

PSG-Inter è la finale di Champions League 2024/2025. Una possibilità enorme per i nerazzurri di conquistare un titolo in questa stagione dopo aver perso Supercoppa Italiana, Coppa Italia e Scudetto. La squadra di Simone Inzaghi è viva, compatta e pronta ad alzare questa coppa. Per farlo ci si affida anche alla scaramanzia. Ed è proprio il caso di dirlo dato che in occasione della sfida in programma sabato 31 maggio alle ore 21 all'Allianz Arena di Monaco di Baviera, Lautaro Martinez e compagni hanno deciso di scendere in campo con una maglia insolita.
Non la classica maglia a strisce nere e azzurre visto che “in casa” giocano i francesi che indosseranno la prima maglia, blu con striscia bianca e rossa al centro e nemmeno la seconda casacca bianca, ma la terza maglia gialla. Casacca dunque con dettagli neri per l'Inter ispirata al design all’architettura di Milano. A scegliere il giallo sarebbero stati proprio i giocatori sia per questione di giusto ma forse anche di scaramanzia. La statistica relativa ai risultati positivi ottenuti giocando in giallo infatti avrebbe portato la squadra a prendere questa decisione.

L’unica sconfitta in questa Champions dell'Inter in questa stagione è arrivata con la maglia bianca nella partita giocata alla BayArena di Leverkusen il 10 dicembre scorso contro l'ormai ex squadra allenata da Xabi Alonso. In giallo, invece, due vittorie su due: il 22 gennaio a Praga in casa dello Sparta e il 5 marzo a Rotterdam, nell’andata degli ottavi contro il Feyenoord con il punteggio di 2-0. Oltre a queste due partite vinte in giallo se ne sommano altre cinque in campionato che dunque avrebbero convinto i giocatori a proseguire questa tradizione vincente.
Sommer con la maglia arancione indossata già contro il Barcellona
Yann Sommer, tra i pali, si vestirà come di consueto con la maglia di colore arancione. Una tonalità, restando in tema di scaramanzia, che lo svizzero ha indossato quando ha sfoderato parate miracolose nel 4-3 al Barcellona che ha spalancato all’Inter le porte della finale. Simone Inzaghi dunque si aggrappa ai gol di Lautaro e Thuram, alle invenzioni di Calhanoglu e alle sgroppate di Dumfries, ma in questo caso anche alla scaramanzia che in partite importante come queste che valgono una stagione posso essere di fondamentale importanza.