Perché Israele gioca le qualificazioni in Europa e non è stato sospeso a differenza della Russia

Oggi l'Italia affronterà Israele nella partita di qualificazione ai prossimi Mondiali sul campo neutro in Ungheria, poiché non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie per giocare in casa. La nazionale israeliana è storicamente inserita nella zona europea per le qualificazioni ala Coppa del Mondo (che si giocherà in USA, Messico e Canada) pur non appartenendo geograficamente all’Europa. Questa scelta è legata alla complessa storia politica dello Stato e alle difficoltà di collocazione nelle altre confederazioni calcistiche.
Negli ultimi anni non sono mancate richieste di esclusione di Israele dalle competizioni internazionali, analogamente a quanto accaduto con la Russia dopo l'invasione dell’Ucraina, ma UEFA e FIFA le hanno sempre respinte, permettendo a club e nazionale di Israele di continuare a partecipare ai tornei.
L'ingresso di Israele nella UEFA
Per circa vent'anni Israele non ha fatto parte di nessuna federazione calcistica continentale, a seguito dell'espulsione da quella asiatica a seguito di una votazione. Le altre nazionali boicottavano partite e competizioni a causa del conflitto arabo-israeliano che nel 1974 portò la squadra all'esclusione dalla Confederazione calcistica asiatica, dove era stata collocata per ovvi motivi geografici. Dopo l'invasione nella penisola del Sinai da parte dell'esercito israeliano molti paesi musulmani si rifiutarono di affrontarla, creando di fatto un vero e proprio isolamento all'interno della federazione.

Dal 1956 in poi la nazionale è stata ospitata provvisoriamente dalla confederazione oceanica dove però giocava soltanto le qualificazioni ai Mondiali e le amichevoli contro le altre nazionali che erano disposte ad affrontarla. Dal 1994 è stata accolta dalla UEFA come membro a pieno titolo per una serie di fattori come la pressione dei club ricchi alla ricerca di prestigio, oltre a scelte politiche e logistiche a sostegno della scelta.
Le differenze con il caso della Russia
Ma quindi perché Israele continua a giocare nelle anche se c'è un conflitto in corso? L'esempio più immediato è quello della Russia che nel 2022 è stata sospesa dalle competizioni FIFA e UEFA dopo l'invasione dell'Ucraina: la guerra in questo caso è stata riconosciuta dall'intera comunità ed è stata anche condannata pubblicamente e all'unanimità dalla federazione internazionale. Non è accaduto lo stesso con le squadre israeliane perché in questo caso la FIFA e la UEFA hanno scelto di non prendere nessun provvedimento a seguito del conflitto israelo-palestinese e di non condannare quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza.

"Non sono un sostenitore della squalifica degli atleti – ha confermato il presidente Ceferin in merito alla questione – Perché cosa può fare un atleta al suo governo per fermare la guerra? È molto, molto difficile. Ora, la squalifica per le squadre russe dura, credo, da tre anni e mezzo. La guerra è finita? Non è finita". Pertanto Israele continuerà a disputare regolarmente le partite previste sotto l’egida UEFA, nonostante le richieste di esclusione.