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Perché De Laurentiis ha chiuso con DAZN e cosa rischia il Napoli adesso

Quali sono i motivi che hanno portato il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis alla rottura con DAZN e cosa rischia ora il club partenopeo: cosa dice il regolamento dei diritti TV della Serie A.
A cura di Michele Mazzeo
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La clamorosa presa di posizione da parte del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis contro DAZN al termine della sfida di campionato con la Juventus fa scoppiare un terremoto all'interno del calcio italiano. Innanzitutto per i motivi che hanno portato alla decisione di chiudere i rapporti con l'emittente che detiene i diritti di trasmissione delle partite della Serie A fino al 2029 e poi anche per le conseguenze che questa potrebbe avere sul club campano dato che siamo di fronte ad una evidente violazione del regolamento della Lega Serie A in materia di produzioni audiovisive.

"Abbiamo chiuso con DAZN! D'ora in poi parleremo solo con Sky e la Rai" è stata infatti la perentoria comunicazione fatta dal proprietario della squadra campana nella conferenza stampa dopo la vittoria contro la Juventus. Una decisione, quella di non far presentare nessun tesserato del suo Napoli davanti alle telecamere di DAZN per le tradizionali interviste pre, durante e post gara, che era già stata presa prima ancora che cominciasse il match contro i bianconeri dato che nel suo rabbioso sfogo nel tunnel degli spogliatoi dello Stadio Maradona prima della partita aveva già anticipato le sue intenzioni nel momento in cui si è visto riprendere da uno degli operatori del servizio di streaming detentore dei diritti TV della Serie A.

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"Dazn non ha il diritto di fare nulla. Quindi andatevene a fare in c**o pure voi. Via! Fuori dai cog***ni! L'arrivo non lo devono fare! Non lo devono fare! Ca**o!" ha infatti urlato il numero uno del club partenopeo convinto del fatto che il broadcaster non abbia il diritto di riprendere l'arrivo delle squadre negli spogliatoi. A far infuriare il numero uno del club campano è stata dunque la presenza di quell'operatore all'interno del tunnel, una cosa che rientra negli accordi stipulati dalla Lega Serie A con DAZN al momento dell'acquisto del pacchetto dei diritti televisivi del massimo campionato italiano, ma sulla quale De Laurentiis si è sempre detto contrario.

Ma quello andato in scena allo Stadio Maradona è soltanto l'ultimo episodio di una diatriba che va avanti da anni (De Laurentiis non era favorevole alla vendita dei diritti di trasmissione della Serie A fino al 2029 a DAZN e in fase di votazione si è astenuto) e che nelle ultime settimane ha vissuto gli ultimi due atti: prima sono arrivate le parole del presidente del Napoli (che ha invocato pubblicamente il calcio gratis in TV nel corso del Business of Football Summit del Financial Times) che non hanno fatto piacere a DAZN e contestualmente è arrivata la decisone su Napoli-Atalanta pianificata alle 12:30 del 30 marzo 2024, cioè il sabato prima di Pasqua, orario molto scomodo sia per i calciatori che per il pubblico, non gradita da De Laurentiis.

Una lunga diatriba che ha portato il patron della società partenopea a prendere la drastica decisione di non inviare più nessun tesserato a parlare con l'emittente TV che detiene i diritti di trasmissione delle partite di Serie A. Una decisione che viola il Regolamento Produzioni Audiovisive della Lega di Serie A valido fino al termine di questa stagione che obbliga ciascuna Società Sportiva di mettere a disposizione almeno un tesserato nel pre-gara, alla fine del primo tempo e nel post-gara e pertanto espone il Napoli a delle sanzioni.

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L'articolo 9 del Regolamento Produzioni Audiovisive recita infatti che "in caso di mancato adempimento da parte di una Società Sportiva agli impegni di cui sopra, Lega Serie A si riserva il diritto di adottare le seguenti misure sanzionatorie":

  1. Dopo due mancate interviste, anche non consecutive, un richiamo ufficiale;
  2. Dalla terza mancata intervista, anche non consecutiva, sanzione fissa per € 10.000;
  3. Dalla quarta mancata Intervista, a seguire e anche non consecutiva, una sanzione raddoppiata per ogni successiva ed eventuale mancata intervista.

Evidente dunque che se il presidente De Laurentiis decidesse di non mandare nessun tesserato davanti alle telecamere di DAZN da qui al termine della stagione per il Napoli la somma delle sanzioni pecuniarie da pagare alla Lega di Serie A rappresenterebbe un conto salatissimo che andrebbe a condizionare pesantemente il bilancio del club partenopeo.

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