Pepe Reina e il coronavirus: “Per 25 minuti mi è mancato l’ossigeno, ho avuto paura”

L'ex portiere di Napoli e Milan, oggi in Premier League, al seguito dell'Aston Villa, è tornato a parlare della sua personale esperienza con la malattia. Anche se non è mai stato sottoposto al tampone, Pepe Reina ha dovuto affrontare il contagio con il Covid-19, restando isolato a casa propria, facendo ricorso ad ogni energia personale e superando anche momenti di estrema difficoltà e paura.
Diciotto giorni di isolamento, i primi 6-8 giorni i più difficili da un punto di vista fisico e psicologico. Così Pepe Reina ha ripreso il racconto della sua personale battaglia contro il virus: "Qui in Inghilterra il tampone lo fanno solamente ai malati gravi ma nel mio caso non c'erano dubbi: avevo contratto la malattia. I sintomi erano più che chiari: spossatezza, febbre e un mal di testa che non mi lasciava mai".
La paura: 25 minuti con il fiato corto
Ai microfoni del ‘Corriere dello Sport', lo spagnolo ripercorre i momenti più cupi, dove ha anche pensato di non farcela: "Una situazione in particolare, quando per circa 25 minuti è incominciato a mancarmi l'ossigeno. Una sensazione tremenda in cui ti sembra di non riuscire più a respirare, con la gola che si chiude e l'aria non riesce più a passare. Ho avuto paura, tra febbre, tosse e un malessere generale".
Chiuso in una stanza, lontano da moglie e figli
Come tanti atleti professionisti, Pepe Reina rappresenta quella parte di contagiati che subiscono la violenza del nuovo coronavirus su un corpo fisicamente integro, allenato, preparato: "Quando ho accusato i primi sintomi mi sono isolato, a casa mia. Per la prima settimana ho vissuto chiuso in una stanza senza vedere o avvicinarmi a nessuno. Solo successivamente, ho ripreso a muovermi. Di notte, mentre la mia famiglia e i miei suoceri dormivano, andavo in giro per la casa. Grazie a dio abitiamo in un appartamento grande, dove non manca la compagnia: qui da noi la solitudine non ha accesso".