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Guerra in Ucraina

Pelé chiede a Putin di fermare la guerra in Ucraina: “Nessuna giustificazione per questa violenza”

Pelé ha scritto una lettera aperta a Vladimir Putin per chiedergli di fermare la guerra in Ucraina.
A cura di Vito Lamorte
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Sono passati 100 giorni dall'inizio della guerra in Ucraina e non ci sono spiragli su una possibile risoluzione della situazione in breve tempo. I soldati dell'Armata Rossa occupano in questo momento il 20% del territorio ucraino e le linee della battaglia si estendono per oltre 1.000 km nella zona sud-est del paese. Lo sport sta provando a fare la sua parte e da più parti sono arrivati messaggi per cercare di stemperare la tensione che si è creata anche a livello diplomatico.

L'ultimo, in ordine di tempo, a muoversi per mandare un messaggio di pace e chiedere di fermare la guerra a Vladimir Putin è stato Pelé. La stella più brillante della storia del calcio brasiliano ha chiesto al presidente russo di porre fine all'invasione dell'Ucraina da parte del suo esercito nel giorno in cui la selezione del paese dilaniato dalla guerra ha battuto la Scozia e si giocherà le sue chance di andare al Mondiale 2022 nella gara contro il Galles il 5 giugno.

O Rei ha voluto mandare un messaggio a Putin tramite il suo account Instagram per chiedergli di fermare il conflitto e ha utilizzato parole molto chiare, sottolineando la forza del popolo ucraino e la necessità di porre fine alle violenze: "Voglio sfruttare la partita di oggi (del 1 giugno, ndr) come un'occasione per fare una richiesta: fermare l'invasione. Non c'è assolutamente alcuna giustificazione per questa continua violenza. Questo conflitto è malvagio, ingiustificabile e non porta altro che dolore, paura, terrore e angoscia. Le guerre esistono solo per separare le nazioni e non c'è ideologia che giustifichi i missili proiettili che seppelliscono i sogni dei bambini, rovinano le famiglie e uccidono gli innocenti".

Infine, Pelé ha ricordato anche l'incontro personale avuto con il capo del Cremlino: "Il potere di fermare questo conflitto è nelle tue mani. Le stesse che ho stretto a Mosca, nel nostro ultimo incontro nel 2017".

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