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Paratici rompe il silenzio sull’inchiesta Juventus: “Percepivo la vergogna di doverlo dire”

Fabio Paratici ha parlato nel corso di un’intervista di ciò che è accaduto dopo l’inchiesta sulla Juventus: “Percepivo quasi la vergogna di dover dire che non avevo fatto nulla di male”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Fabio Paratici è tornato al Tottenham nel ruolo di co direttore sportivo del club inglese. L'ex dirigente della Juventus ha iniziato una nuova vita dopo quanto accaduto proprio con i bianconeri. Paratici ha dovuto infatti scontrare una squalifica relativa al 2023 quando fu condannato, a seguito di indagine, per il caso plusvalenze che aveva visto protagonista proprio la Juventus. Il club fu penalizzato di 10 punti in classifica nella stagione 2022/2023 e Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene (quest'ultimo oggi assolto ndr) e Paratici, appunto, furono condannati.

Paratici in una lunga intervista rilasciata a Sky Sport e riportata dal portale di informazione ‘Gianlucadimarzio.com' ha spiegato cosa successe in quel periodo. Paratici era ds della Juventus all'epoca quando si aprì l’inchiesta relativa ai reati di plusvalenze fittizie e di falso in bilancio. Il 20 gennaio 2023 la Corte Federale d’Appello della FIGC riconobbe la sua colpevolezza inibendolo per 30 mesi dalla possibilità di svolgere attività in ambito federale. “Per il mio carattere, quando ho affrontato questa situazione avevo vergogna di difendermi".

L’ex capo dell’area tecnica della Juventus, Fabio Paratici.
L’ex capo dell’area tecnica della Juventus, Fabio Paratici.

Paratici parla subito di questo suo stato d'animo percepito in quei giorni difficili fra dibattiti televisivi, titoli di giornale e altre voci sull'inchiesta: "Nessuno ha mai spiegato che la Juventus, io e le persone coinvolte siamo stati condannati non per la valutazione ‘artificiale’ o distorta dei calciatori – spiega Paratici – ma per un principio contabile che non è mai stato utilizzato prima. E neanche dopo“. E poi a proposito del suo sentimento percepito in quel momento aggiunge: "Ho vissuto per 11 anni pensando 24 ore al giorno alla Juventus e a come fare il meglio possibile, in termini sportivi e di relazioni – aggiunge ancora -. Quindi addirittura percepivo quasi la vergogna di dover dire che non avevo fatto nulla di male”.

Paratici ha ripercorso così la scelta del patteggiamento: "Una decisione responsabile dato che questa vicenda è durata 4 anni e mezzo – ha detto ancora -. Il processo penale dopo la squalifica sportivo era solo all'udienza preliminare e non c'era certezza di quando sarebbe finito e questo andava chiaramente a inficiare anche dal punto di vista lavorativo. Il patteggiamento è stata così una scelta responsabile e così abbiamo chiuso la vicenda". Oggi Paratici si gode la sua ripartenza al Tottenham anche se la Serie A è stata molto vicina: "Col Milan siamo stati molto vicini – ha spiegato Paratici -. Non mi chiedo perché non si sia chiuso questo matrimonio".

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