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Messi e quelle iniezioni notturne nelle gambe: “Sono diventate parte della mia vita”

Dopo la conquista del Pallone d’Oro Leo Messi ha parlato del suo passato, confermando ancora una volta la sua umiltà con la necessità a volte di sentirsi “inosservato”
A cura di Marco Beltrami
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Il settimo Pallone d'Oro messo in bacheca è un motivo di grande soddisfazione per Leo Messi, ma di certo non inciderà sulla sua umiltà. Nell'intervista post-trionfo a France Football, l'argentino ha spiegato come per lui non conti essere il migliore della storia, ma solo essere ricordato come uno dei più grandi, spendendo anche parole di stima per Cristiano Ronaldo. Ai tempi in cui CR7 militava nel Real Madrid, l'ex Barcellona si è sentito stimolato a dare sempre di più ma con un unico obiettivo, quello di "superare sé stesso, non l'altro".

Ecco perché non c'è da stupirsi quando Messi ha candidamente ammesso che a volte preferirebbe anche fare a meno della sua popolarità e passare "inosservato": "Sono contento di quello che mi è successo, ma devo ammettere che mi piacerebbe passare inosservato, godermi la mia famiglia senza che nessuno mi riconosca". D'altronde la stella del calcio non ha mai dimenticato le sue origini umili, che lo hanno aiutato a porsi sempre nel modo migliore nei confronti della vita: "Vengo da una famiglia operaia, mio ​​padre lavorava tutto il giorno e vivevamo in un quartiere abbastanza modesto. Ma non ci è mai mancato nulla, grazie a Dio. I miei genitori mi hanno instillato rispetto, soprattutto per il resto, lavoro e umiltà".

E non sono mancati i momenti difficili, come quando in giovanissima età ha dovuto fare i conti con un deficit ormonale che poteva mettere a repentaglio il sogno di diventare un calciatore. Necessario a quel punto sottoporsi ad una cura speciale per favorire la crescita dell'organismo. E proprio in occasione della sua ultima intervista Leo ha parlato anche di quel periodo difficile, che lo ha ulteriormente temprato: "Ricordo che ho passato due ore di esami con mia madre. Quando ho visto che avevo il problema, non mi ha scioccato particolarmente. Non so se è perché ero piccolo o non sapevo cosa significasse. Poi mi hanno spiegato il trattamento, dovevo farmi delle iniezioni ogni giorno: una di notte in una gamba, il giorno dopo nell'altra. Non mi ha mai fatto male essere quello che sono ora. Ero in grado di continuare la mia vita come prima. Non ha compromesso la mia carriera, perché potevo fare tutto quello che volevo fare. Ovviamente dovevo continuare il trattamento. Una volta che ho iniziato a fare il trattamento, è diventato parte della mia vita".

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