Manchester City, per Laporte nuovo lungo stop: fuori un mese per problemi al ginocchio

Piove sul bagnato a Manchester e per il City non c'è pace: dopo le notizie dell'esclusione dalle prossime competizioni europee per disposizione dell'Uefa che ha così deciso di punire la violazione del Fair Play finanziario e successivamente all'arresto di un pirata informatico che aveva sottratto contenuti sensibili dal telefonino di Pep Guardiola, adesso arrivano anche le cattive notizie dall'infermeria.
Per Aymeric Laporte si tratta di uno stop serio: un mese senza calcio, poi la riabilitazione. L'infortunio al ginocchio costringerà il difensore del Manchester City a restare nuovamente fermo, saltando il ritorno di Champions League contro il Real Madrid e diverse gare di Premier League.
Ricaduta: nuovo stop per il ginocchio
Il centrale francese si è fatto male nella vittoria per 2-1 contro il Real proprio nella sfida valida per l'andata degli ottavi di finale in Champions League. Un nuovo guaio stagionale per il giocatore di Guardiola che oramai sta convivendo da inizio anno con problemi fisici: Laporte era appena rientrato da un grave infortunio al ginocchio che lo aveva già tenuto fuori per gran parte della stagione e adesso dovrà di nuovo rimanere in infermeria.
La conferma di Guardiola
La conferma dello stop e dell'indisponibilità del giocatore è arrivata dallo stesso Pep Guardiola che ha sottolineato come la prognosi per Laporte è serie e costringerà il difensore a rimanere fermo almeno "tre settimane" più il recupero. Dunque, un intero mese.
Cosa è accaduto al Bernabeu
L'infortunio è sopraggiunto durante il match del Bernabeu: Laporte ha dovuto lasciare il terreno di gioco al trentaduesimo minuto per i problemi al ginocchio: l’ex Atletico Bilbao è stato rimpiazzato con il brasiliano Fernandinho, poi i controlli medici e infine la diagnosi che lo terrà lontano dai campi per un bel pezzo. Non è la prima volta in questa stagione per il difensore centrale francese: Laporte è stato vittima anche di un altro stop prolungato durato quasi cinque mesi lontano dai campi di calcio