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Lazio-Torino rinviata, l’avvocato dei biancocelesti: “3-0 a tavolino? Ricorso fino al terzo grado”

L’avvocato della Lazio, Gianmichele Gentile, ha annunciato che la società biancoceleste che “farà ricorso fino al terzo grado di giudizio e anche oltre” sulla decisione del giudice sportivo che ha stabilito il rinvio del match con il Torino non presentatosi all’Olimpico per la gara della 25a giornata della Serie A per il blocco imposto dall’Asl a causa del focolaio Covid divampato nei giorni precedenti all’interno del gruppo squadra granata.
A cura di Michele Mazzeo
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Il Giudice Sportivo ha deciso che Lazio-Torino, match della 25a giornata di Serie A che non si è disputato a causa del blocco imposto ai granata dall'Asl per il focolaio di Covid divampato all'interno del gruppo squadra, è stata soltanto rinviata e si dovrà rigiocare. Niente 3-0 a tavolino ai biancocelesti dunque che come da regolamento si erano presentati in campo all'Olimpico aspettando i classici 45′ prima della decisione ufficiale dell'arbitro che ha constatato l'assenza degli uomini di Nicola bloccati dalla quarantena imposta dall'Asl per il focolaio Covid. Decisione che, alla luce del precedente di Juventus-Napoli, non è andata giù al club capitolino che sembra intenzionato ad andare in fondo alla questione facendo ricorso fino al terzo e ultimo grado della giustizia sportiva e anche oltre.

Ad annunciarlo è stato l'avvocato della Lazio, Gianmichele Gentile che, intervenendo in diretta ai microfoni dell'emittente radiofonica Radio Punto Nuovo, a riguardo ha voluto precisare come sia necessario fare chiarezza su quello che potrebbe diventare un ‘pericoloso' precedente per l'autonomia della FIGC:

"C’è la necessità di capire cosa è successo con il provvedimento dell’ASL perché non è chiaro. Lo stesso giudice sportivo ha rilevato questo – ha detto infatti il legale della società del patron Claudio Lotito –. La Lazio farà ricorso fino al terzo grado e anche oltre. Il problema riguarda il protocollo, i provvedimenti della Lega e della FIGC – ha poi aggiunto l'avvocato Gentile specificando che si tratta di una questione giurisprudenziale – perché se la disciplina è legata ad un’autorità che viene dall’esterno per cui l’ASL dice che non si gioca, vuol dire che non si gioca. A quel punto qualunque cosa dica l’Asl, l’autorità sportiva non può sindacare".

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