La scappatoia degli Emirati Arabi Uniti per aggirare le regole FIFA con 13 giocatori naturalizzati

Gli Emirati Arabi Uniti hanno individuato un espediente legale per provare a raggiungere il Mondiale schierando ben 13 giocatori naturalizzati. La federazione ha infatti puntato su giovani calciatori stranieri da inserire nei club locali con l’obiettivo di renderli convocabili in nazionale dopo cinque anni di residenza continuativa, come previsto dal regolamento FIFA.
Le norme internazionali erano state irrigidite già nel 2008, quando Blatter aveva portato da due a cinque gli anni necessari per ottenere l’idoneità sportiva in assenza di legami di nascita o discendenza. L’intento era chiaro: evitare casi simili a quello del Qatar nella pallamano, capace di raggiungere la finale mondiale del 2015 grazie a una naturalizzazione “accelerata” di massa.

Gli Emirati, però, hanno sfruttato un dettaglio dell’articolo 7: il conteggio dei cinque anni parte dai 18 anni di età. Per questo, dal 2019, hanno investito pesantemente nell’acquisizione di calciatori giovani e già formati, offrendo contratti molto vantaggiosi affinché iniziassero la loro carriera professionistica nel Paese. Scaduto il quinquennio di residenza, molti di loro sono ora eleggibili per la nazionale, che si ritrova improvvisamente con un livello tecnico più alto.
Emirati Arabi Uniti: la scappatoia legale con 13 giocatori naturalizzati per aggirare la FIFA
Tra i naturalizzati figurano brasiliani, argentini, tunisini, portoghesi, marocchini e ivoriani: da Marcus Meloni e Lucas Pimenta a Rubén Amaral, Luan Pereira, Nicolás Giménez, Rabii e Kouadio. Non sorprende, quindi, che nel recente 1-1 contro l’Iraq nei playoff asiatici il CT Cosmin Olaroiu abbia schierato una squadra con sei titolari naturalizzati e una difesa interamente composta da giocatori nati all’estero, inserendone altri quattro durante la partita.

Resta da capire se questa strategia sarà sufficiente per riportare gli Emirati ai Mondiali, a 36 anni dalla loro unica partecipazione a Italia ’90. Il pareggio interno obbliga la squadra a vincere a Bassora contro l’Iraq per accedere agli spareggi intercontinentali, dove dovrà affrontare Bolivia, Nuova Caledonia e altre tre nazionali per ottenere uno degli ultimi due pass disponibili per il Mondiale 2026 in USA, Messico e Canada.
I giocatori naturalizzati dagli Emirati Arabi Uniti
I calciatori naturalizzati dagli Emirati e le loro origini.
- Marcus Meloni (Brasile, 25 anni): Palmeiras U20, nel 2019
- Lucas Pimenta (Brasile, 25 anni): Botafogo U20, nel 2020
- Ala Zhir (Tunisia, 25 anni): USA Monastir, nel 2020
- Rubén Amaral (Portogallo, 24 anni): Porto U19, nel 2020
- Luan Pereira (Brasile, 25 anni): Avaí, nel 2020
- Nicolás Giménez (Argentina, 29 anni): Talleres, nel 2020
- Caio Lucas (Brasile, 31 anni): Sharjah, nel 2020
- Bruno (Brasile, 24 anni): Novorizontino U20, nel 2019
- Mohammed Rabii (Marocco, 24 anni): Raja under 19, nel 2019
- Kouame Kouadio (Costa d'Avorio, 25 anni): ASEC Mimosas U19, nel 2019
- Gastón Álvarez Suarez (Argentina, 32 anni): Arsenal, nel 2020
- Caio Canedo (Brasile, 35 anni): Al Wasl, nel 2015
- Richard Akonnor (Ghana, 21 anni): Liberty Pro sub 19, nel 2020