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Superlega europea di calcio

La norma anti-Superlega della FIGC non tocca la Juve: l’iscrizione alla Serie A non è a rischio

La modifica dell’articolo 16 delle Norme Organizzative Interne della Federcalcio parla chiaro: non è richiesto alcun atto formale alla Juventus per poter rimanere affiliata alla FIGC e dunque partecipare alle competizioni che organizza, in primis la Serie A. Pur continuando a tenere in vita il fantasma della Superlega: l’importante è che non ci giochi.
A cura di Paolo Fiorenza
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Juventus fuori dalla Serie A se non oppone "il gran rifiuto" alla Superlega? Non esattamente così, se si va a leggere bene il dettato della modifica dell'articolo 16 delle NOIF in materia di decadenza e revoca dell’affiliazione, decisa dal Consiglio Federale andato in scena lunedì, nel corso del quale è stato tra le altre cose rinnovato il contratto del CT azzurro Roberto Mancini.

L'ufficializzazione da parte del presidente federale Gravina della nuova ‘clausola anti-Superlega' aveva fatto seguito alla nota diffusa al termine del precedente Consiglio Federale del 26 aprile scorso, che anticipava la decisione: "In ossequio di quanto stabilito dall’art. 1 comma 5 lettera C e dell’art. 2 comma 1 dello Statuto Federale, su proposta del presidente federale, è stato votato l’inserimento del testo che segue all’interno del sistema delle Licenze Nazionali, nonché la modifica dell’articolo 16. delle NOIF: ‘Ai fini della iscrizione al campionato la società si impegna a non partecipare a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute dalla FIFA, dalla UEFA e dalla FIGC. La partecipazione a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute dalla FIFA, dalla UEFA e dalla FIGC comporta la decadenza della affiliazione. La disputa di gare e tornei amichevoli non riconosciuti dalla FIGC è soggetta alla autorizzazione della federazione medesima. La disputa di gare e tornei amichevoli senza la autorizzazione della FIGC comporta la decadenza della affiliazione' ".

Due giorni fa ecco dunque arrivare l'annunciata modifica dell'articolo 16 comma 2 delle Norme Organizzative Interne della Federcalcio, nella nota diffusa al termine del CF: "In conseguenza di quanto già inserito nelle Licenze Nazionali nella scorsa riunione ad aprile, il Consiglio ha approvato la modifica dell’art.16 delle NOIF in materia di decadenza e revoca dell’affiliazione, prevedendo che lo stesso Consiglio Federale, su proposta del Presidente federale, deliberi la decadenza delle società professionistiche dall’affiliazione alla FIGC se: a) partecipano a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute dalla FIFA, dalla UEFA e dalla FIGC; b) disputano gare e tornei amichevoli senza l’autorizzazione della FIGC".

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Come si legge chiaramente, il comma in questione non fa alcun riferimento al fatto che non si possa essere soci di queste "associazioni private non riconosciute" che organizzano tornei come la Superlega, ma semplicemente statuisce che non si debba partecipare a siffatte competizioni.

In punto di norma, dunque – essendoci ormai zero possibilità che la fantomatica Superlega si possa giocare nella prossima stagione, alla luce del fatto che 9 dei 12 membri fondatori hanno abiurato il progetto e i 3 rimasti (Juventus, Real Madrid e Barcellona) non possono certo fare un triangolare tutto l'anno – non sussiste alcun rischio circa l'affiliazione della Juve ai campionati FIGC, almeno per il 2021-22. Senza che sia richiesto alcun atto formale da parte di Andrea Agnelli o chi per lui al comando del club bianconero.

Evidente il diverso approccio alla questione tra Gravina e Ceferin, presidente di quell'UEFA che invece chiede anche agli ultimi ribelli di cospargersi il capo di cenere e porre fine alla società costitutiva della Superlega, in modo che il pericolo venga scongiurato anche per il futuro. Pena l'irrogazione di sanzioni severissime, che possono arrivare fino all'esclusione dalle coppe europee per due anni e che – dopo l'avvio di un procedimento disciplinare ufficiale a Nyon – non dovrebbero tardare ad arrivare per Juventus, Real e Barcellona. Per la FIGC invece basta soltanto non giocarla la Superlega, poi se il suo fantasma esiste ancora non è questione ritenuta minacciosa o di lesa autorità. Né il generico "impegno" a non partecipare a siffatte competizioni – di cui parlava la nota del 26 aprile circa le Licenze Nazionali – sembra cambiare la sostanza della questione.

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