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La Juventus dà pieni poteri a Comolli con un unico paletto: oltre un limite di spesa non può firmare da solo

La Champions restituisce ossigeno alla Juve, ma il vero banco di prova sarà la gestione Comolli. Poteri ampi per il nuovo dg, ma con tetti di spesa ben definiti. Sullo sfondo, il debito da quasi 640 milioni.
A cura di Michele Mazzeo
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Dopo un'annata tormentata, chiusa con un sofferto quarto posto davanti alla Roma, la Juventus si prepara a voltare pagina. Lo farà con Damien Comolli al timone dell'area sportiva, nuovo Direttore Generale chiamato a dare ordine e visione a un progetto che, per essere sostenibile, dovrà restare dentro confini economici precisi.

Nonostante la qualificazione alla prossima Champions League, il club bianconero ha tracciato una linea netta: massima autonomia a Comolli, ma con limiti di spesa chiari. Fino a 45 milioni di euro, il dirigente potrà firmare da solo. Oltre quella cifra – fino a un massimo di 75 milioni – servirà la firma congiunta dell'ad o del presidente del CdA.

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Tutti i poteri dati dalla Juve a Comolli

Il dirigente francese, con esperienze a Liverpool, Tottenham, Fenerbahçe e Tolosa, avrà un ruolo centrale in ogni comparto: mercato, marketing, rapporti istituzionali e gestione del personale.

Area sportiva

  • Acquisti e cessioni fino a 45 milioni (firma singola) o 75 milioni (firma congiunta)
  • Stipula contratti con giocatori, tecnici e agenti nei limiti economici
  • Potere disciplinare interno e nulla osta sui tesserati
  • Accordi con società dilettantistiche

Marketing e sponsorizzazioni

  • Contratti fino a 16 milioni (singola) o 50 milioni (congiunta)
  • Tutela dei marchi e diritti digitali
  • Accordi per l'uso dello stadio e altri impianti
  • Azioni legali contro la contraffazione

Gestione del personale

  • Assunzioni, sospensioni e licenziamenti di dirigenti
  • Gestione delle retribuzioni e pratiche per atleti stranieri

Una delega ampia, ma senza libertà illimitata. La Juve ha scelto prudenza, anche alla luce della sua situazione economica: i debiti complessivi del club, secondo gli ultimi bilanci (30 giugno 2024), al lordo ammontano a 638,9 milioni di euro. Un rosso che impone rigore, anche nella sessione di mercato estiva.

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Mercato: niente reinvestimenti su plusvalenze

Il tetto di spesa indicato non considera i possibili ricavi da cessioni o dal Mondiale per Club. La linea societaria è chiara: ogni operazione deve stare dentro i paletti prefissati, senza deroghe legate a incassi variabili.

Eppure, il cammino nel nuovo torneo FIFA sta già garantendo entrate importanti. La Juve, grazie a due vittorie nelle prime due gare, ha superato la prima fase e raggiunto gli ottavi, ottenendo:

  • 17,1 milioni per la partecipazione
  • 3,6 milioni per due bonus vittoria
  • 6,9 milioni per il passaggio agli ottavi

Totale: 27,6 milioni di euro, cifra destinata a salire con l'avanzare nel torneo.

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Champions League 2025-26: quanti soldi in palio

La qualificazione alla prossima Champions garantirà ulteriore ossigeno finanziario. Per la stagione 2025-26, la UEFA stima un fatturato lordo di 4,4 miliardi di euro, di cui:

  • 3,548 miliardi di entrate nette
  • Il 93,5% redistribuito ai club: 2,437 miliardi

Una fetta consistente di queste risorse sarà destinata alla Juventus, anche se non è ancora possibile prevedere l'esatto ammontare. Quel che è certo è che il club, come molte big italiane, ha bisogno di ogni euro per tenere in piedi un progetto sportivo competitivo.

Tra sogni di rilancio e realtà economica

Il ritorno stabile in Champions, il cammino nel Mondiale per Club e i ricavi da sponsor non bastano, però, a cancellare i problemi strutturali. In Italia, solo il Napoli ha dimostrato di poter vincere con i conti in ordine. Inter e Juventus, al contrario, convivono con debiti rilevanti.

La sfida di Comolli sarà proprio questa: costruire una Juve forte senza derogare alla sostenibilità. I poteri ci sono, ma anche i vincoli. Starà a lui dimostrare di poter fare la differenza.

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