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La frase shock del tecnico del Chelsea femminile: “Le relazioni tra calciatrici sono inappropriate”

L’allenatrice della selezione Blues ha provato a chiarire il suo pensiero smorzando i toni, chiarendo che non c’era alcun intento discriminatorio nelle sue parole.
A cura di Maurizio De Santis
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"Inappropriate". Il termine utilizzato dall'allenatrice del Chelsea femminile, Emma Hayes, ha sollevato un polverone. Ha definito così le relazioni sentimentali tra giocatrici (ma anche quelle tra un allenatore e una calciatrice) perché sostiene possano rappresentare un problema nella gestione dello staff e della squadra. Il ‘va dove di porta il cuore' può andare bene nella vita reale ma non nel mondo del football che ha l'orizzonte chiuso all'interno di uno spogliatoio: concetto che se espresso dal prossimo selezionatore degli Stati Uniti fanno molto rumore.

Hayes ha argomentato la sua riflessione ponendo esempi di ‘campo', situazioni concrete che potrebbero rappresentare un ostacolo. "Una giocatrice è titolare e un'altra no – ha spiegato la 47enne allenatrice -. Una è in scadenza di contratto e un'altra potrebbe non esserlo. Sappiamo che negli spogliatoi questi rapporti possono nascere, ma alla lunga sarebbe preferibile non dover affrontare questi problemi".

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Le dichiarazioni hanno suscitato scalpore anche per altre motivazioni. Anzitutto, sono arrivate dopo che la selezione femminile del Leicester ha sospeso il suo tecnico, Willie Kirk, e aperto anche un'inchiesta per verificare se è vero o meno che ha un legame sentimentale con una giocatrice. Poi il riferimento ai rapporti tra tesserate è stato interpretato come un attacco rivolto al difensore del Chelsea, Jess Carter, compagna del portiere Ann-Katrin Berger, così come all'attaccante, Sam Kerr, che ha in Kristie Mewis del West Ham la dolce metà.

Hayes ha provato a smorzare la tensione generata dal suo discorso e alla cattiva interpretazione data alle sue parole. Lei, che è stata tra le più convinte assertrici della difesa dei diritti Lgbtq+, ha ripreso l'argomento sottolineando esclusivamente l'aspetto professionale.

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"Ho sbagliato a dire che era inappropriato – ha aggiunto, chiarendo anche eventuali discussioni con le sue giocatrici in materia sono affare privato, da spogliatoio -. ma non cambio idea su quel che ho detto. Dico anche che ho nulla da rimproverare alle mie calciatrici. La loro professionalità non è mai stata in discussione a prescindere dalle loro relazioni sentimentali". E semmai ce ne fosse ancora bisogno, ha rimarcato il suo pensiero con la chiosa del ragionamento: "Ho sempre sostenuto tutte le giocatrici difendendo l'uguaglianza e l'equità".

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