La figlia di Totò Schillaci: “Mio padre voleva bene a Roberto Baggio, ma gli tirò una testata”

Lo scorso 18 settembre Salvatore Schillaci è morto a 59 anni, portato via da un cancro al colon. A distanza di un anno, la figlia Jessica – nata assieme al fratello Mattia dal primo matrimonio dell'ex attaccante di Messina, Inter e Juventus – racconta il ‘suo' Totò, ricordando gli ultimi momenti vissuti assieme e il rapporto stretto che legava l'eroe dei Mondiali di Italia '90 a Roberto Baggio, anche se "una volta gli diede una testata".
Il rapporto ritrovato tra Jessica Schillaci e Totò: "Era incapace di parlare, ma scriveva parole d'amore per me"
"Mentre lo assistevo negli ultimi 15 giorni di vita, da infermiera di professione e non solo da figlia, non era più Totò Schillaci, ma un papà che se ne stava andando. È strano, ma solo quando si è ammalato ci siamo avvicinati davvero: mentre lui si pentiva di certi sbagli, io sentivo di riconciliarmi. Me lo ricordo stremato, incapace di parlare, ma scriveva parole d'amore su un foglio per me – racconta alla ‘Gazzetta dello Sport' Jessica, che dopo essersi trasferita a Verona aveva raffreddato il rapporto col padre – Era complicato, ma senza scontri. Semplicemente, spesso non c'era: non chiamava, non scriveva. A lungo è stato preso dal calcio e dalle vicende sentimentali. Ha confessato i tradimenti a mia madre e io mi sono schierata con lei, che non ha mai smesso di farcelo amare. La separazione ha aumentato la distanza, è stato sempre più difficile vedersi".
La figlia di Totò Schillaci confessa qualche delusione avuta dal mondo del calcio al momento della morte dell'ex bomber siciliano, ma non da Baggio: "Qualcuno c'era, altri meno. Mi ha colpito soprattutto il messaggio emozionato di Roberto Baggio sui social. Mi raccontano che da bambina volessi stare sempre tra le sue braccia e mio padre gli voleva bene, anche se una volta gli tirò una testata…".

La testata di Schillaci a Roberto Baggio, cosa successe alla Juventus
L'episodio della testata di Schillaci al ‘Divin Codino' risale a dopo i Mondiali di Italia '90, ai tempi della Juventus, e fu raccontato qualche tempo fa dallo stesso Totò: "Attraversavo un periodo brutto, mi stavo separando da mia moglie Rita, avevo i nervi a fior di pelle. Una mattina leggo il giornale e Roberto, seduto di fronte, comincia a colpirlo con un calcio. Una volta, due, tre. ‘Guarda che me lo tiri in faccia', gli dico. Una volta, due, tre. Alla quarta mi alzo e gli tiro una testata. Ma non forte, eh. Poi abbiamo fatto pace e siamo rimasti legati".