video suggerito
video suggerito

La famiglia Berlusconi vende il Monza: “Abbiamo speso davvero tanti soldi per il sogno di Silvio”

Paolo Berlusconi annuncia la volontà di cedere il club brianzolo, si è chiusa un’epoca. “Con la morte di Silvio, che era il vero centro di questo progetto, è arrivato il momento di cedere la società”.
A cura di Maurizio De Santis
763 CONDIVISIONI
Immagine

Il Monza è in vendita. E non si tratta più di indiscrezioni perché ad annunciare la volontà di cedere il club brianzolo è Paolo Berlusconi, fratello dell'ex Presidente del Consiglio e attualmente numero uno (onorario) della società. La retrocessione in Serie B è arrivata dopo 3 anni in A e segna, di fatto, la fine di un'epoca, gli ultimi fuochi di un'intuizione avuta in ambito calcistico dall'e massimo dirigente. Si ripartirà con un nuovo allenatore ma anche una nuova proprietà.

"Con la morte di Silvio, che era il vero centro di questo progetto, e dopo aver speso veramente tanti soldi per un sogno oggi la famiglia direi giustamente, cerca un gruppo affidabile e che possa garantire un futuro a cui passare il club". Servirà attendere e capire cosa accadrà, chi si farà effettivamente avanti e con una proposta di acquisto accettabile. Il presente è nelle parole di Berlusconi: è solo questione di tempo, la volontà di passare la mano è palese ormai.

Il cuore duole anche per un'altra ragione: il momento che sta attraversando il Milan, reduce da una stagione durissima che l'ha portato fuori da tutto, anche da quella Champions considerata di vitale importanza per bilanciare investimenti e sostenibilità. "Ne sono stato vicepresidente per anni e oggi mi dispiace vederlo così – ha aggiunto nell'intervista con Alexandra Colasanti (giornalista, presentatrice e conduttrice de il Salotto di Sasha, ndr). Oggi il Milan ha toccato il fondo e dal fondo si può solo risalire".

Immagine

Lo sguardo di Berlusconi va anche sulle squadre della Capitale: da un lato la Lazio "squadra strana" che è partita bene e poi s'è dissolta fino a crollare all'ultima giornata contro il Lecce; dall'altro la Roma che con Claudio Ranieri ha cambiato passo, faccia, identità tattica e ha ritrovato se stessa fino a sfiorare la qualificazione in Champions ("ha fatto esattamente l'opposto").

Ultima riflessione dedicata al numero sempre maggiore di calciatori stranieri all'interno delle rose (e più ancora nelle formazioni titolari) delle squadre di Serie A. Una tendenza che Berlusconi ha commentato così: "Non mi piace vedere le squadre italiane che hanno al massimo tre italiani. Una legge europea agevola questa situazione ma al tempo stesso deprime il nostro calcio". Qual è la diretta conseguenza? Si riflette direttamente sul bacino d'utenza dell'Italia e sulle scelte del ct di turno. "La Nazionale può selezionare soltanto tra un numero limitato di giocatori che giocano in Serie A e questo non è un bene".

763 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views