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La disperazione dei tifosi del Napoli in processione da Rudi Garcia, ora è un santo: “Ci devi scusare”

In calce a un post su Instagram dell’ex allenatore francese ci sono i messaggi dei sostenitori partenopei che rivalutano la sua esperienza in panchina: “Almeno eravamo quarti. Lavorare in quelle condizioni non sarebbe facile neanche per Guardiola”.
A cura di Maurizio De Santis
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Una processione con il capo cosparso di cenere. La disperazione e la delusione dei tifosi del Napoli per com'è andata la stagione è tale da rivalutare l'esperienza di Rudi Garcia, dopo il disastro Mazzarri e Calzona sballottato dai marosi nello spogliatoio. "Che poi alla fine non eri così male…", dicono alcuni. "Almeno con te eravamo quarti anche non giocando come l'anno scorso", aggiungono altri.

E ancora: "Ti dobbiamo tutti delle scuse", "Mi presero per pazzo quando dissi che dovevi rimanere a Napoli perché tutto sommato la colpa non era tua…". Tutti in religiosa ammissione di colpa per averlo bistrattato e messo nel mirino ben oltre i suoi demeriti. Ecco perché non passa inosservata la scia di messaggi che i sostenitori azzurri hanno lasciato in queste ore in calce a un post condiviso su Instagram dall'ex allenatore francese.

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Adesso è un santo o, forse, il ‘meno peggio' (come si dice in gergo) in una stagione che nessuno immaginava potesse essere così negativa. "Lavorare in quelle condizioni non sarebbe facile neanche per Guardiola", si lascia sfuggire un altro utente che annovera l'attenuante generica principe, quella che basta ad assolverlo da e per tutto, puntando l'indice altrove. "Ma ovviamente il problema principale non eri mai tu, ma quello che comanda tutto dall’alto, che ti ha esonerato in pubblica piazza e poi ha messo le tende a Castel Volturno per controllarti".

Non che sia del tutto esente da responsabilità ("sei quello che ha più colpe perché dall'inizio ci sei stato tu", s'affretta qualcuno a precisare), ma in una situazione di approssimazione progettuale, scelte di mercato completamente sbagliate, sicumera gestionale (al punto da svilire il lavoro tanto di Spalletti quanto di Giuntoli) sono alcune delle cause che hanno portato allo sfascio. Il Napoli aveva alzato bandiera bianca già a dicembre, la coccarda tricolore se l'era scucita da solo rinunciando a lottare anzitempo. Dalle stelle alle stalle: la squadra dello scudetto s'è dissolta e con essa è svanita la magia che aveva accompagnato la conquista del titolo 33 anni dopo Maradona.

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Rudi Garcia venne esonerato a metà novembre scorso, dopo la sconfitta in casa contro l'Empoli. Un gol al 91° seppellì definitivamente la sua avventura sulla panchina dei partenopei. Un mandato turbolento e difficile, scandito dalle contraddizioni delle scelte societarie, divenuto via via impossibile anche per le incursioni del presidente negli spogliatoi (devastante quello tra primo e secondo tempo coi toscani) e la progressiva delegittimazione della sua figura. "Ho sbagliato a prenderlo", mormorò De Laurentiis. Ma quella è stata una delle sue tante scelte sballate. Forse nemmeno la peggiore.

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Il tecnico si congedò dalla squadra con onore in attesa della comunicazione dell'esonero che arrivò poco dopo il tonfo al Maradona e accolse con un messaggio gelido e carico di amarezza. Andò via con una media di 1.75 in 12 gare di campionato e aver conquistato il passaggio agli ottavi di Champions. Al suo posto tornò Mazzarri dopo oltre dieci anni. Com'è andata, lo dicono i risultati.

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