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Juve-Napoli si gioca, le motivazioni: “Gli azzurri hanno applicato il protocollo senza malafede”

Le Sezioni Unite del Collegio di Garanzia del Coni hanno pubblicato le motivazioni della sentenza assolutoria nei confronti del Napoli. Verdetto in base al quale la partita con la Juventus va giocata e agli azzurri sono stati cancellati punto di penalizzazione e sconfitta a tavolino. Il club si legge ha agito “in piena coerenza con la normativa vigente”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il Napoli ha applicato il protocollo vigente senza alcuna malafede, le decisioni dei giudici federali non potevano prescindere dal criterio della gerarchia delle fonti nella valutazione della situazione. È in buona sostanza questo il filo conduttore delle motivazioni espresse nella sentenza del Collegio di Garanzia del Coni, presieduto da Franco Frattini, che ha ribaltato il verdetto del Giudice Sportivo (ribadito in Corte d'Appello). Ecco perché la società di Aurelio De Laurentiis è stata scagionata per aver agito "in piena coerenza con la normativa vigente". Ecco perché la partita contro la Juventus va giocata ed è giusto cancellare gli altri provvedimenti afflittivi (sconfitta a tavolino e punto di penalizzazione) inizialmente comminati ai partenopei.

La società Napoli – si legge – ha applicato il Protocollo Figc vigente all’epoca dei fatti di causa, che rimandava, con riferimento alla procedura da osservare in caso fosse accertata la positività al Covid-19 di un calciatore, alla circolare del Ministero della Salute del 18 giugno 2020 e, dunque, all’esclusiva competenza della Asl territorialmente competente.

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La partita Juventus-Napoli divenne un caso per la mancata presentazione dei partenopei a Torino in occasione del match di campionato. Fu una settimana movimentata, condizionata dal ‘focolaio Genoa' esploso a 48 ore di distanza dalla partita disputata allo ‘Stadio Maradona'. La squadra di Gattuso, pronta per la partenza, venne fermata nell'immediata vigilia dell'incontro per il veto posto dalle autorità competenti (le due note dell'Asl Napoli 1 del 3 ottobre). Fu un comportamento doloso? No, come si evince da un'altra parte delle motivazioni.

Ne discende – secondo le Sezioni Unite del Collegio di Garanzia – che la richiesta di informazioni e chiarimenti da parte del Napoli, lungi dall’essere un atto preordinato a precostituire un elemento per non adempiere un obbligo, costituiva diretta applicazione della suddetta circolare, atto normativamente superiore, rispetto al quale cedono tutte le norme federali incompatibili con la medesima.

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