Isaksen racconta l’isolamento per la mononucleosi: “Sono impazzito, guardavo il soffitto per giorni”

Gusatv Isaksen è tornato a disposizione della Lazio di Sarri dopo un'estate a dir poco surreale. L'attaccante danese durante gli allenamenti iniziò a non sentirsi benissimo e a seguito di controlli approfonditi emerse come il giocatore avesse contratto la mononucleosi. "Sono impazzito perché sono rimasto sdraiato a guardare il soffitto per 14 giorni senza sapere quando sarei potuto tornare alla mia normale vita quotidiana" ha raccontato il giocatore nel corso di un'intervista rilasciata a ‘sport.tv2.dk'. Il virus della mononucleosi, meglio conosciuto anche come malattia del bacio, aveva sorpreso Isaksen che non aveva idea di cosa lo aspettasse.
Tutto iniziò a luglio dopo pochi giorni dall'inizio del ritiro quando iniziò a notare che il suo corpo non rispondeva come al solito. "Improvvisamente, dopo un allenamento, ho sentito il mio corpo completamente distrutto, così sono andato a farmi un massaggio nella speranza di rilassarmi un po' – racconta -. Ma mentre ero sdraiato, ho iniziato ad avere un forte freddo e, contemporaneamente, un forte mal di gola". L'attaccante aggiunge: "All'inizio il medico pensava fosse solo mal di gola. Pensavo di essere fortunato, presto sarei guarito. Ma poi ho iniziato a sentirmi sempre peggio".

A questo punto, il campanello d'allarme è suonato tra lo staff medico del club, che ha immediatamente prelevato un campione di sangue al giocatore della nazionale che diede il responso. E così Isaksen dovette stoppare l'attività fisica e concentrarsi su un periodo di riposo assoluto a tempo indeterminato. "Sono stato in isolamento per 14 giorni presso le strutture del club, dove sono stato costantemente monitorato da un medico – ha detto -. Temevano che potessi contagiare i miei compagni di squadra e per questo non hanno corso rischi. Sono state settimane difficili, quando anche la febbre ha annunciato il suo arrivo, contemporaneamente avevo la gola gonfia e facevo fatica a deglutire".
Isaksen racconta quei giorni: "All'inizio è stato difficile perché tutti avevano paura che potessi contagiarli e per questo abbiamo mantenuto le distanze – spiega -. È stato come tornare ai tempi del coronavirus, solo che ero completamente solo. Sono stato davvero male per una settimana e mi sono sentito davvero male. Ma quando la febbre ha iniziato a scendere e mi sono sentito meglio, ho pensato che fosse finita". Oggi è tornato a disposizione della Lazio e di Maurizio Sarri che spera di recuperarlo totalmente per poter dare alla sua squadra un nuovo elemento da poter utilizzare per tutto il resto della stagione.