Inghilterra e Galles accompagnate in campo da persone con demenza: “Ci hanno aperto gli occhi”

Non c’erano le solite piccole mascotte ad accompagnare i calciatori di Inghilterra e Galles in campo prima dell’amichevole di Wembley. Al fianco dei rappresentanti delle due squadre c’erano delle persone adulte, affette da demenza. Un’iniziativa promossa dalla partnership tra l’Alzheimer’s Society e la Football Association, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su quello che viene considerato "il più grande killer del Regno Unito".
I calciatori di Inghilterra e Galles accompagnati da tifosi colpiti da demenza
Secondo i dati ufficiali, la demenza in Inghilterra colpisce una persona su tre nata oggi. Proprio per questo, e in occasione di un match tutt’altro che banale tra due Paesi vicini, è stata organizzata l’iniziativa di mettere al fianco delle stelle del calcio alcune persone che convivono con questa patologia. Una situazione insolita per i giocatori di Galles e Inghilterra, che sono stati affiancati non solo nel momento dell’ingresso in campo ma anche durante gli inni.
L'emozione dei calciatori, e di Dan Burn
Dan Burn del Newcastle ha raccontato così le emozioni vissute con questa esperienza: "Ero un po’ nervoso quando mi è stato detto che avrei incontrato dei tifosi affetti da demenza, perché non sapevo bene come comportarmi. Ma Nigel e Andy non erano affatto come mi aspettavo, e posso dire onestamente che ci hanno aperto gli occhi su alcune delle convinzioni che la gente ha sulla demenza. Non capita spesso che mi ritrovi senza parole, ma sono rimasto sbalordito quando Dan è entrato nella stanza. È stato fantastico con noi, parlava con il cuore e desiderava conoscere le nostre esperienze con la demenza, che è l’atteggiamento che le persone dovrebbero avere".
E una delle mascotte, Andy Paul, 66 anni, a cui è stata diagnosticata la demenza nel 2019, ha dichiarato: "Non avrei mai pensato alla mia età di fare una cosa del genere, e sono rimasto assolutamente sopraffatto quando ho ricevuto la notizia. Farò tesoro di questa opportunità; avere la mia famiglia lì a guardare e condividere questo momento con loro sarà incredibilmente speciale. Spero anche che dimostri alle persone che la demenza non è necessariamente ciò che ci si aspetta e che ricevere una diagnosi non significa smettere improvvisamente di fare le cose che si amano".