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Infantino giustifica il selfie sorridente davanti alla bara di Pelé: “Non sapevano come fare”

In un post condiviso su Instagram il presidente Fifa ha voluto spiegare e smentire, respingere le accuse, ribadire che da parte sua non c’è stata alcuna mancanza di rispetto nei confronti di O Rey e del suo corpo che giaceva nel feretro.
A cura di Maurizio De Santis
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La foto del selfie condivisa dallo stesso presidente, Infantino, a corredo del post nel quale si difende dalle accuse di mancanza di rispetto per la salma di Pelé.
La foto del selfie condivisa dallo stesso presidente, Infantino, a corredo del post nel quale si difende dalle accuse di mancanza di rispetto per la salma di Pelé.

Le immagini del presidente della Fifa, Gianni Infantino, che scatta un selfie e posa sorridente a pochi metri dalla bara di Pelé hanno fatto discutere. Com'è possibile che, nonostante il contesto della veglia funebre e il grande dolore per la morte dell'ex campione, sia avvenuto quello spiacevole episodio dinanzi alla salma imbalsamata? E "perché c'è che sorride?", si è chiesta l'ex fidanzata della stella verde-oro.

Il numero uno del calcio mondiale, che ieri si trovava a Vila Belmiro, all'interno dello stadio dov'era stata allestita una camera ardente per l'ultimo omaggio a O Rey, aveva attirato l'attenzione per le parole spese per commemorare la Perla Nera (al quale "ogni nazione dovrebbe intitolare uno stadio") e, più ancora, per quell'atteggiamento apparso un po' troppo leggero, disinvolto, totalmente fuori luogo rispetto al cordoglio e al silenzio che dovrebbero esservi in quei momenti.

L'abbraccio del massimo dirigente il figlio di Pelé, Edinho, nel corso della veglia funebre.
L'abbraccio del massimo dirigente il figlio di Pelé, Edinho, nel corso della veglia funebre.

Le foto hanno destato scalpore e alimentato il biasimo social, offerto titoli ai giornali, messo sotto i riflettori ancora una volta il numero uno della Fifa dopo le polemiche che in Qatar lo avevano addirittura costretto a prendere posizione pubblicamente per difendere la scelta di assegnare (e disputare) l'edizione della Coppa del Mondo nel Paese arabo (e per la prima vola in un periodo invernale, rivoluzionando i calendari dei singoli tornei).

Due gli scatti compromettenti (per così dire): nel primo è lo stesso Infantino che ha un cellulare in mano ed è accanto alcuni ed ex compagni del Santos di Pelé; nel secondo il massimo dirigente della Fifa è in posa vicino ad altre persone e c'è un ragazzo che raccoglie quel momento col proprio smartphone. Nell'uno e nell'altro caso l'espressione del presidente Fifa aveva lasciato perplessi. In un post condiviso su Instagram ha voluto spiegare e smentire, respingere le accuse, ribadire che da parte sua non c'è stata alcuna mancanza di rispetto nei confronti di O Rey e del suo corpo che giaceva nel feretro.

Il numero uno del calcio mondiale posa per uno scatto a pochi metri dalla salma della Perla Nera.
Il numero uno del calcio mondiale posa per uno scatto a pochi metri dalla salma della Perla Nera.

Sono appena rientrato dal mio viaggio in Brasile dove ho avuto il privilegio di partecipare al bellissimo omaggio a Pelé che si è svolto a Vila Belmiro, a Santos – si legge nel testo a corredo della foto -. Sono costernato dopo essere stato informato che apparentemente sono stato criticato da alcune persone per aver scattato un selfie e delle foto durante la cerimonia di ieri. Vorrei chiarire che sono stato molto onorato che i compagni di squadra e i familiari del grande Pelé mi abbiano chiesto se potevo fare qualche foto con loro. E ovviamente ho subito accettato.

Infantino – come chiarisce nel prosieguo – ha solo voluto essere gentile e disponibile nei confronti degli ex compagni di squadra della Perla Nera. E s'è prestato volentieri.

I compagni di squadra di Pelé hanno chiesto di fare un selfie di tutti noi insieme ma non sapevano come farlo. Allora, per essere d'aiuto, ho preso il telefono di uno di loro e ho scattato la foto. Se essere d'aiuto a un compagno di squadra di Pelé crea critiche sono felice di prenderle e continuerò ad essere d'aiuto dove posso a chi ha contribuito a scrivere pagine leggendarie del calcio.

Altro passaggio fondamentale: quel gesto non è stato dettato da alcuna forma di superficialità né smania di protagonismo. Non potrebbe mai lasciarsi andare a cose del genere, precisa il presidente della Fifa.

Ho così tanto rispetto e ammirazione per Pelé e per quella cerimonia di ieri che non farei mai nulla che sia irrispettoso in alcun modo. Spero che chi ha pubblicato o detto cose senza sapere e senza cercare informazioni possa avere la decenza e il coraggio di ammettere di aver sbagliato e di correggere quanto ha detto. La cosa più importante in ogni caso è rendere omaggio al re Pelé, e mentre ho umilmente suggerito che in tutte le nostre 211 federazioni affiliate almeno uno stadio o un luogo di calcio sia intitolato a lui, daremo l'esempio dando al campo nella nostra sede il nome “Estádio Pelé – FIFA Zurigo”. Um abraço e viva o Rei!

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