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Il rigore di Messi e la furbata di Icardi, i due casi da moviola di Psg-Barcellona

Il Psg ha pareggiato per 1-1 contro il Barcellona e ottenuto la qualificazione ai quarti di Champions League. Un passaggio del turno meritato, alla luce della vittoria per 4-1 dell’andata al Camp Nou. Ma sulla sfida del Parco dei Principi gravano due episodi molto dubbi sui penalty concessi dall’arbitro Taylor. E quello battuto da Messi andava ripetuto, ecco cosa è successo.
A cura di Maurizio De Santis
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Due i casi da moviola che hanno caratterizzato il ritorno degli ottavi di Champions League tra Paris Saint-Germain e Barcellona. Pareggio (1-1) e qualificazione ai quarti dei francesi, ai catalani non è bastata una bella prestazione di Lionel Messi. Nel complesso del doppio confronto la squadra di Mauricio Pochettino ha meritato il passaggio del turno (all'andata, grazie alla vittoria per 4-1 al Campo Nou ha di fatto messo il proprio nome nell'urna del sorteggio) ma nella sfida del Parco dei Principi a far discutere è stato l'utilizzo controverso del Var in due situazioni oltre alle decisioni dell'arbitro.

Il fallo da rigore concesso su Mauro Icardi

La prima fa riferimento al penalty concesso ai padroni di casa per un tocco ‘galeotto' di Lenglet su Mauro Icardi, secondo il direttore di gara (Anthony Taylor) passibile di massima punizione dopo la revisione alla moviola. ‘Rigorino' generoso in seguito a una furbata. Così è stato definito dagli spagnoli a giudicare dallo sviluppo dell'azione e dai movimenti dei calciatori. Il contatto c'è, sia pure lieve (il difensore blaugrana tocca con la punta della scarpa il tallone dell'attaccante), ma il sudamericano sembra accentuare la caduta.

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Il penalty di Messi da ripetere per la posizione di Verratti

La seconda prende in esame il calcio di rigore battuto del ‘dieci' argentino e che, a norma di regolamento, andava ripetuto per la posizione di Marco Verratti (che risulterà poi decisivo al momento del rinvio dopo la respinta di Keylor Navas su tiro della Pulce). Il centrocampista italiano è nel semicerchio dell'area quando Messi sta per calciare e, a parata avvenuta, è in posizione abbastanza favorevole da fiondarsi in area e colpire di testa sulla respinta. Il Var ha verificato solo la corretta posizione del posizione al momento della battuta ma è sfuggita quella dell'ex pescarese.

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