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Il Raiola che nessuno conosceva: “Grazie Mino, chiamavi mia moglie per pagarmi le cure in America”

Il grande pubblico conosce Mino Raiola per la sua abilità nello spuntare le condizioni migliori per i suoi assistiti in durissime trattative di calciomercato, ma dietro l’immagine del procuratore avido c’era molto altro: un cuore grande, capace di gesti nascosti. “Mi hai tolto dalla strada”, lo piange Moise Kean. Gigio Donnarumma svela una promessa fattagli: “Sappi che la manterrò…”.
A cura di Paolo Fiorenza
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È passato un giorno dall'annuncio della morte di Mino Raiola, scomparso a 54 anni per una grave malattia, e continuano ad arrivare i messaggi di colleghi procuratori, dirigenti di club e giocatori da lui assistiti, che disegnano un uomo molto diverso dall'immagine di agente avido che era scolpita nell'immaginario collettivo. Il ricordo di Raiola ora tratteggia una persona sicuramente determinata e con cui non era facile avere a che fare in sede di trattative, ma sotto – grattando la superficie – c'era altro, molto altro. Intanto era il numero uno nel suo lavoro, una vetta raggiunta dopo essersi fatto da solo rimontando la vita dalle origini umili. Poi era leale, diceva sempre in faccia quello che pensava, in un mondo di ipocrisie diffuse, il che a volte lo faceva apparire spaccone. Ma soprattutto aveva un cuore grande, capace di gesti di grande slancio.

Il messaggio dedicatogli da Walter Sabatini e pubblicato sul profilo Facebook della Salernitana è toccante e svela cosa si era offerto di fare per lui Raiola: "Mino non mi avresti dato la possibilità di farlo in vita, avresti polemizzato come al solito. Abbiamo litigato abbastanza Mino, ma non posso dimenticare che nel momento in cui ero gravemente malato chiamavi mia moglie offrendogli di portarmi in America a spese tue. Un atto di generosità straordinaria, non dovuta e silenziosa. Grazie Mino".

"Ho saputo della scomparsa di Mino aprendo lo smartphone e dopo un secondo mi ha chiamato Leonardo – racconta Adriano Galliani al Corriere della Sera – Abbiamo chiacchierato a lungo condividendo i ricordi che ci legavano a lui. Anche Leo era colpito. È venuto a trovarmi prima di Natale, stava bene. Poi purtroppo non sono più riuscito a parlarci. Perdo una persona a cui ho voluto bene e che stimavo. Un uomo duro, ma leale, capace sempre di mantenere la parola data. Rapido di testa, veloce. I media lo hanno sempre dipinto come un agente preoccupato di perseguire solo i propri interessi. Invece lui ha sempre agito per ottenere il meglio per i propri assistiti".

Già, i suoi giocatori, quelli con cui aveva instaurato un rapporto personale fortissimo e che ora lo piangono. Alcuni messaggi sono struggenti, come quello di Hirving Lozano, che Raiola aveva portato al Napoli dal PSV: "Ho avuto la fortuna di conoscerti e di imparare da te. Uno dei miei grandi maestri nal calcio. Oggi sei in un posto migliore perché sono convinto che la tua eredità trascende la vita, senza dubbio. Vivere con te è stata una delle cose migliori che mi sia mai capitata. Non potrò mai dimenticare i nostri discorsi e tutti i momenti insieme. Il dolore è temporaneo, un giorno lo supererò e scomparirà, invece il tuo ricordo vivrà per sempre in me. Non smetterò mai di sentire la tua mancanza. ti ringrazio di tutto. Onorerò la tua memoria in ogni passo che farò dentro e fuori dal campo. Riposa in pace Mino Raiola, dormi e sogna mentre arrivo, abbiamo ancora un secondo tempo da giocare".

Ed ancora Gigio Donnarumma, che nel suo post di addio all'agente allude a una promessa fatta a Raiola, che si impegna a mantenere: "Sono così triste che non so neanche se riuscirò a dire tutto quello che vorrei. Mino, sei stato unico per me, ti ringrazio per essere stato al mio fianco da quando ero un ragazzino fino ad oggi e so che anche da lassù starai sempre a guardarmi e a incitarmi come hai sempre fatto. Ti ho fatto una promessa tempo fa, sappi che la manterrò… Ti voglio bene. Mi manchi già".

E ancora Moise Kean che ringrazia Raiola per "averlo tolto dalla strada", Erling Haaland che posta una bellissima foto che lo ritrae assieme al procuratore, con la didascalia che dice semplicemente "the best", il migliore. Lo era, Mino lo era davvero.

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