Il primo Roma-Juve dopo le accuse di doping di Zeman ai bianconeri e l’atmosfera da resa dei conti

L'estate del 1998 fu caldissima per il calcio italiano. Le dichiarazioni di Zdenek Zeman in un'intervista a L'Espresso ("Il calcio deve uscire dalle farmacie e dagli uffici finanziari") destarono grande scalpore e scatenarono polemiche su polemiche che contribuirono a portare lo scontro tra Roma e Juventus a livelli mai visti prima. Probabilmente nemmeno ai tempi del "gol di Turone" i due ambienti erano sulla barricata in questo modo.
L'inizio dell'inchiesta del pm Guariniello inasprì sempre di più i toni, con Gianluca Vialli che definì Zeman un "terrorista", e il giorno che vennero stilati i calendari tutti volevano sapere solo una cosa: il giorno di Roma-Juventus. Sembrava una specie di resa dei conti, un "mezzogiorno di fuoco" a tinte giallorosse e bianconere, e l'appuntamento era fissato per la nona giornata di campionato.
Sabato 15 novembre 1998 l'Olimpico era una bolgia. 72mila tifosi si assieparono sugli spalti dell'impianto capitolino e la sensazione che stava per consumarsi una battaglia era evidente. Prima ci fu la guerra degli striscioni, si andava da "Zeman signore, Lippi spacciatore" passando per "Del Piero ci vediamo doping" fino a "Zizou non è un farmaco ma una purga", ma al fischio d'inizio di Braschi gli occhi sono solo per il campo. Lo squalificato Marcello Lippi va in panchina con Moggi, Bettega e Giraudo e quando vengono inquadrati dal maxischermo partono i fischi da tutti i settori giallorossi.

Quando il primo tempo sembrava destinato a chiudersi a reti bianche, dopo che gli errori di misura di Davids in ben due occasioni e la parata di Peruzzi su un buon tiro dalla distanza di Delvecchio, arrivò l'invenzione di Francesco Totti: una punizione apparentemente innocua sulla trequarti viene trasformata dal numero 10 in un pallone da spingere in rete per Paulo Sergio. Peruzzi, che stava piazzando la barriera, è l'unico ad accorgersi della giocata del Pupone ma quando parte è già tardi.
All'inizio della ripresa venne espulso Paolo Montero per un colpo a palla lontana sull'autore del gol ma gli animi si erano gli surriscaldati nell'intervallo, quando le squadre stavano rientrando negli spogliatoi. Nonostante l'inferiorità numerica i bianconeri vanno vicini al pareggio con Fonseca, ma la punizione dell'uruguagio terminò la sua corsa sul palo. A distanza di pochi minuti arrivò il colpo di grazia: Vincent Candela si liberò elegantemente di un avversario sulla zona sinistra dell'area e fintando il cross al centro insaccò con un tocco delicato. La gioia fu tutta giallorossa.
Lippi e Zeman non si incrociarono nemmeno per un secondo nel corso del pomeriggio mentre si racconta che Ciro Ferrara non risparmiò parole dure al tecnico boemo e secondo quanto affermò l'allenatore giallorosso in seguito "non fu molto carino". Il difensore napoletano della Juventus negò ma a nessuno degli attori in campo interessava più nulla. Roma e Juventus chiusero quel torneo appaiate a 54 punti.
