504 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il portiere perde la testa davanti agli insulti razzisti: assalta la tribuna, gara sospesa

L’episodio è avvenuto durante una gara di Prima Divisione in Spagna quando, all’87’, il portiere del Rayo Majadahonda, Cheick Sarr, si è scagliato contro uno spettatore prendendolo per la sciarpa, dopo i continui insulti razzisti ricevuti. I compagni hanno abbandonato il campo ma arbitro e Federazione non volevano.
A cura di Alessio Pediglieri
504 CONDIVISIONI
Immagine

Ancora una volta l'ombra del razzismo nel calcio internazionale. Questa volta tocca alla Spagna dove il portiere senegalese del Rayo Majadahonda, Cheikh Sarr, è stato espulso dopo aver attaccato un tifoso della squadra avversaria, il Sestao, che continuava a urlargli contro insulti razzisti. L'intera squadra del Rayo Majadahonda ha poi deciso di abbandonare il campo di gioco e di non lasciare più gli spogliatoi, con la partita sospesa all'87', anche se la Federcalcio ha provato in tutti i modi di far riprendere la gara: "Una vergogna".

In un clima incandescente la situazione è ben presto degenerata di fronte asl raddoppio degli ospiti, quando alcuni tifosi dietro la porta di Cheikh Sarr hanno iniziato ad insultarlo. Il portiere ha deciso per l'immediata reazione che si è trasformata in un tentativo di vendetta sommaria: individuato l'autore delle frasi discriminatorie ha saltato verso la tribuna e ha afferrato uno spettatore per la sciarpa. L'arbitro gli ha mostrato il cartellino rosso diretto, ma qualche istante dopo si è capito cosa si celava dietro alla folle reazione.

A raccontare quegli istanti concitati sarà il capitano del Rayo Majadahonda, club di seconda divisione spagnola, che si sofferma sulle frasi che sono piovute dalla tribuna dietro la porta verso il portiere senegalese Sarr: "Tu, fottuto pezzo di me**a nera, e poi gli hanno fatto il verso della scimmia" ha spiegato nel dettaglio Jorge Casado ai microfoni di "El Larguero" su Cadena SER. "Un attimo dopo ho visto Cheick sugli spalti e so che se era lì è stato per quello. Alla fine tutti i giocatori erano concordi nell'uscire dal campo, non abbiamo perso un secondo. Tecnico e club erano concordi, non si poteva continuare senza far finta di nulla".

Ma dietro alla scelta della squadra nel costringere l'arbitro a sospendere il match c'è anche un altro retroscena che riguarda proprio il diretto di gara. Sempre il capitano del Rayo ha spiegato il suo colloquio in campo con la giacchetta nera che era in totale difficoltà nel gestire la situazione. "Mi ha detto di non creargli difficoltà e io gli ho detto di non rompermi le palle…" continua Casado: "Mi ha detto che doveva per forza espellere Cheick. In quel contesto aveva esagerato a livello disciplinare e in una competizione ufficiale questo genere di cose è consentito. Poi ha accettato la nostra decisione".

Una scelta di campo, dunque, che sul fronte arbitrale e federale è stata accettata per forza, vista l'ultima dissonanza rivelata sempre da Casado: "La RFEF (la federcalcio spagnola, ndr) ha provato ad obbligarci a tornare sul campo e a finire la partita. Una situazione incredibile, pura vergogna: siamo nel 2024 e ci sono ancora persone senza cervello che vafano liberamente negli stadi a insultare per il colore della pelle".

504 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views