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Il piano segreto dell’Argentina per impedire a Messi di giocare per la Spagna: era tutto pronto

José Pékerman rivela come, nel 2004, mise in atto un piano d’emergenza per evitare che un giovanissimo Lionel Messi venisse convocato dalla Spagna: un’amichevole organizzata in fretta e furia che ha cambiato per sempre il destino dell’Argentina.
A cura di Vito Lamorte
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José Pékerman, tre volte campione del mondo U20 con l’Argentina e ex CT dell’Albiceleste, ha svelato all’Olé Summit 2025 il retroscena che rischiò di cambiare per sempre la storia del calcio: Lionel Messi era praticamente pronto a giocare per la Spagna.

La Federación aveva già completato gran parte della burocrazia per convocarlo al Mondiale Under 20, e per l’Argentina il tempo stava scadendo. “Avevamo saputo che gli scout spagnoli lo consideravano un talento determinante. Se non fossimo intervenuti subito, sarebbe stato troppo tardi”, ha raccontato Pékerman.

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L’operazione lampo: un’amichevole per blindare Messi

Il 29 giugno 2004, Pékerman ideò un piano semplice e fulmineo: organizzare un’amichevole per far debuttare Messi con l’U20 argentina e rendere impossibile la sua convocazione da parte della Spagna. La FIFA, infatti, prevedeva che una presenza ufficiale in una selezione giovanile bastasse per vincolare il giocatore a quel Paese.

Nonostante le perplessità di Hugo Tocalli, che aveva già definito la rosa per il Sudamericano U20, Pékerman insistette: "Ci basta una partita, una firma, e la Spagna non potrà più averlo". Grondona diede l’ok, venne trovato un avversario — il Paraguay — e Messi scese in campo: l’Argentina vinse 8-0 e l’operazione si concluse con successo.

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Il resto è storia: l’Argentina si tiene il suo fuoriclasse

Quell’amichevole improvvisata cambiò per sempre il destino dell’Albiceleste. Leo Messi, ormai definitivamente legato ai colori argentini, iniziò un percorso che lo portò a diventare il simbolo del calcio del suo paese: 196 presenze, 115 gol e la Coppa del Mondo 2022 in Qatar.

Pékerman sorridendo ha ricordato: “Era il nuovo volto del nostro calcio. Dovevamo solo evitare di perderlo”. La sua intuizione si rivelò decisiva: un gesto veloce, quasi clandestino, che consegnò alla storia l’icona più luminosa dell’Argentina moderna.

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