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Il nuovo socio della Juve si sfoga contro Elkann: “Vogliamo ‘cacciare il grano’, ma non ce lo permettono”

Paolo Ardoino, CEO di Tether e nuovo azionista di minoranza della Juventus, rompe il silenzio con un duro attacco ai vertici bianconeri: “Non ci permettono di investire. È un peccato lasciare in disparte chi vuole aiutare”. Il colosso delle stablecoin, con oltre il 10% del capitale del club, lamenta l’esclusione dalle dinamiche societarie e dalla recente ricapitalizzazione.
A cura di Michele Mazzeo
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Il Ceo di Tether, Paolo Ardoino, ha espresso pubblicamente il suo malcontento per l'attuale gestione societaria della Juventus. Nonostante l'ingresso come secondo azionista con oltre il 10% delle quote, il manager accusa il club di non coinvolgere Tether nelle decisioni strategiche e di aver impedito la partecipazione all'aumento di capitale. Il numero uno di Tether, ha deciso di affidare ai social uno sfogo durissimo nei confronti della dirigenza juventina, accusata di escludere l'azienda di cui è l'amministratore delegato da qualunque coinvolgimento attivo nella crescita del club.

"Da quando Tether ha annunciato il suo investimento in Juventus, e soprattutto nei giorni scorsi, a seguito delle frustrazioni crescenti dei tifosi sullo stato attuale della squadra, tanti di voi mi hanno chiesto quando Tether ‘caccerà il grano' per sostenere la Juventus, acquistare nuovi giocatori etc…". Con queste parole, scritte in un post su X (ex Twitter), Ardoino apre un lungo sfogo contro la gestione societaria bianconera.

Il proprietario e fondatore di Tether, Giancarlo Devasini, e il patron della Juventus John Elkann
Il proprietario e fondatore di Tether, Giancarlo Devasini, e il patron della Juventus John Elkann

Il manager sottolinea inoltre che Tether sarebbe pronta a investire ulteriormente, ma denuncia l'impossibilità di farlo per mancanza di apertura da parte della proprietà: "Tether non vede l'ora di poter partecipare alla crescita ed al futuro della squadra. Ma ad oggi la società non ha nemmeno permesso a Tether di partecipare all'aumento di capitale annunciato un mese fa (da 15 a 110 milioni di euro, ndr). Semplicemente non possiamo contribuire se non ci è permesso dalla società".

Lo sfogo prosegue con toni amari e un attacco frontale alla linea decisionale di John Elkann e del CdA bianconero: "È veramente un peccato lasciare in disparte soci volenterosi che potrebbero investire in modo significativo per aiutare a rendere la Juventus di nuovo Grande". Secondo Ardoino, la mancata inclusione di Tether nella ricapitalizzazione da oltre 100 milioni di euro è un'occasione sprecata che rischia di compromettere il futuro del club in un momento già delicatissimo a livello sportivo e gestionale.

L'appello di Ardoino arriva dopo giorni di pressioni dai tifosi, che vedono in Tether l'unico alleato concreto per risollevare una squadra reduce da stagioni deludenti. Lo stesso CEO, parlando a SportMediaset, ha spiegato: "Negli ultimi dieci giorni ho ricevuto migliaia di richieste sui social di fare qualcosa e ritenevo giusto chiarire la situazione con i tifosi". E il post si chiude infatti con un tono ironico e disilluso: "Spero che almeno i soldi del mio biglietto in tribuna possano dare una mano a supportare le spese della dirigenza…".

Tether, con una quota del 10,12%, è oggi il secondo azionista del club, ma la situazione resta tesa. Il riferimento alla frase "Make Juventus Great Again" è più di uno slogan: è il richiamo diretto a una rivoluzione che, però, a oggi appare bloccata da scelte che tengono ai margini i partner strategici. Nel frattempo, la Juventus è senza direttore sportivo e con il solo Damien Comolli ufficializzato. Il mercato è fermo, la questione allenatore è ancora tutta da risolvere e il malumore sale, dentro e fuori la società. E Tether, da potenziale risorsa economica, rischia di diventare un alleato sacrificato.

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