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Il messaggio furioso di Cristiano Ronaldo: “Non posso credere che lo abbia detto davvero”

Come si diventa un cannibale dalla fame inestinguibile? Il primo mattone è un’autostima a livelli mostruosi, come dimostra l’aneddoto raccontato da Rio Ferdinand su Cristiano Ronaldo: “Mi ha inviato un messaggio nel quale diceva: ‘Non posso credere che l’abbia detto, non posso credere che l’abbia fatto’…”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Lo spirito competitivo di Cristiano Ronaldo è proverbiale: il campione portoghese vorrebbe vincere qualsiasi torneo cui partecipa ed è ossessionato dall'essere il migliore anche a livello individuale. I cinque Palloni d'Oro non gli bastano, i titoli di capocannoniere in tutti i campionati dove ha giocato non sono abbastanza, la Scarpa d'Oro degli ultimi Europei è uno stimolo ulteriore e mai un punto d'arrivo. Ronaldo è un cannibale semplicemente perché pensa di essere il migliore: ieri, oggi e anche domani, probabilmente ancora con la maglia della Juventus, che lo aspetta alla Continassa per il 25 luglio.

Quanto CR7 ci tenga ad essere ritenuto sempre il numero uno, lo dimostra l'aneddoto raccontato durante gli scorsi Europei da Rio Ferdinand, ex compagno del portoghese al Manchester United e tuttora in rapporti frequenti con lui. Se c'è un nome che può far perdere il controllo dei nervi a Ronaldo quello è Leo Messi, quando viene messo a confronto con lui. "Messi è il migliore, non c'è partita con Cristiano Ronaldo", aveva sentenziato l'anno scorso Gary Lineker, collega di Ferdinand come opinionista della BBC.

Un giudizio che – si scopre ora – aveva fatto perdere la testa al campione portoghese, incredulo per l'opinione di Lineker. "Ronaldo mi ha inviato un messaggio – ha svelato Ferdinand – nel quale diceva: ‘Non posso credere che l'abbia detto, non posso credere che l'abbia fatto'. Lui usa semplicemente qualsiasi cosa come carburante. Uno può pensare che abbia fatto così tanto nella sua vita da non doversi interessare di quello che dicono di lui, ma è la sua natura competitiva. E ne ha bisogno". Autostima a livelli mostruosi: è il primo mattone per diventare Ronaldo.

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