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Il CT della Norvegia: “Ho chiesto scusa a Gattuso e Buffon per quelle scene selvagge. Hanno capito”

Solbakken ha raccontato cosa è successo a fine partita e ha avuto parole di elogio per il pubblico di San Siro che ha applaudito Haaland. Poi la stoccata dopo la riflessione di ringhio sulla Norvegia “non bella da vedere”: “Lui da giocatore non faceva un gioco così esteticamente bello”.
A cura di Maurizio De Santis
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Le scuse della Norvegia per i festeggiamenti eccessivi a fine partita rientrano tra le ultime istantanee della sconfitta mortificante subita dall'Italia a San Siro. Il commissario tecnico, Ståle Solbakken, le ha poste direttamente al collega, Gennaro Gattuso, e a Gigi Buffon, capo della delegazione azzurra. "Hanno capito", ha detto nel corso della conferenza stampa in cui non poteva certo nascondere la legittima soddisfazione per il percorso virtuoso tenuto dalla sua nazionale. Loro festeggiavano con entusiasmo, ed è comprensibile che lo facessero per la vittoria, per il traguardo raggiunto e per la consapevolezza di essere forti, di potersela giocare anche nella prossima Coppa del Mondo. Loro hanno una generazione d'oro che s'è conquistata sul campo il diritto di sognare. Loro possono, l'Italia no. La Nazionale è uscita a capo chino dal campo, presa a pallate da un avversario che per un tempo l'ha fatta sfogare e poi l'ha rimessa a posto, dimensionata a quel che è oggi: una squadra che non fa paura a nessuno, può sgretolarsi da un momento all'altro e si avvia verso i playoff sperando che con i prossimi avversari, questa volta, vada diversamente rispetto alle ultime due volte con Svezia e Macedonia del Nord.

Le scuse di Solbakken a Gattuso e a Buffon: "Ero l'unico non fuori di testa"

Al termine dell'incontro, per sua stessa ammissione, Solbakken ha raccontato di essersi sentito in dovere di chiedere venia per il comportamento della sua squadra: un bel gesto di fairplay e di rispetto a margine di un incontro nel quale è venuta a galla tutta l'insipienza di una Nazionale che ha davvero poco da offrire.

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"Mi sono scusato un po' per i festeggiamenti eccessivi da parte dei miei – ha ammesso il ct degli scandinavi -. Credo di essere stato l'unico a non aver perso la testa. Ammetto che l'atteggiamento è stato un po' troppo sopra le righe… direi selvaggio. Ho detto sia a Gattuso sia a Buffon che abbiamo esagerato un po' quando Strand Larsen ha segnato. Tutti correvano come matti. Ci sono state scene che non avresti mai pensato di vivere sulla panchina norvegese. E credo che abbiano capito".

Solbakken ha avuto parole di elogio per la reazione del pubblico di San Siro che ha riservato ad Haaland consens scroscianti. Il siparietto in campo con Mancini non ha scalfito affatto la sua immagine di goleador devastante. Anzi, deve avergli dato carica ulteriore a giudicare da quel che s'è visto. "Gli applausi ricevuti da Haaland? È così per i grandissimi e del resto qui sono abituati bene perché hanno visto calciatori del calibro di Ibrahimovic, Shevchenko, Zanetti, Klinsmann e Gullit".

La stoccata a Gattuso: "Anche lui da giocatore non eccelleva nel gioco"

Quando a Solbakken riferiscono una parte della riflessione fatta da Gattuso sulla sua Norvegia la risposta che dà è altrettanto diretta e sincera. "La squadra è forte, c’è un giocatore che tocca un pallone in 60 minuti e butta giù le porte, magari non è bellissima da vedere ma ti mette sempre in difficoltà" è stata l'argomentazione proposta dal ct dell'Italia. Il sui collega incassa e porta a casa non senza togliere un sassolino dalla scarpa: "Siamo il giusto mix di fisicità e altro ma anche lui da giocatore non faceva un gioco così esteticamente bello… Nel primo tempo siamo stati un po' timidi, nel secondo tempo è cambiato tutto".

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