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Covid 19

Il Consiglio Superiore di Sanità chiarisce: “Il pallone da calcio non diffonde il Covid”

Franco Locatelli, direttore del Consiglio superiore di sanità ha smentito la possibilità che la sfera di cuoio possa contribuire alla diffusione del Coronavirus. Il dirigente in occasione dell’odierno bollettino della Protezione Civile ha fugato i dubbi sui rischi che corrono i giocatori, a contatto con il pallone.
A cura di Marco Beltrami
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Il pallone può essere un veicolo che contribuisce alla diffusione del Covid 19? Quali rischi di questo tipo corrono i calciatori? Sull'argomento è intervenuto in occasione del bollettino odierno della Protezione Civile, Franco Locatelli, direttore del Consiglio superiore di sanità. Parole le sue che fugano ogni dubbio: "Mi sembra difficile pensare che la sfera di cuoio possa rappresentare un veicolo che contribuisce alla diffusione del virus".

Il pallone da calcio non diffonde il Coronavirus

Il pallone da calcio non diffonde il Coronavirus. Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), nella conferenza stampa odierna in occasione del classico appuntamento con il bollettino medico della Protezione Civile ha smentito la possibilità che "l'attrezzo del mestiere" dei calciatori possa contribuire alla diffusione del Coronavirus. Queste le sue parole: "Non credo che la sfera di cuoio possa rappresentare un veicolo che contribuisce alla diffusione del Coronavirus nell’ambito dei ventidue calciatori più eventuali altri sei che entrino (tre per parte), più la terna arbitrali. Anche qui ovviamente va fatta una riflessione e una comunicazione che sia solida ed efficace".

Il calcio italiano potrebbe ripartire a maggio, la situazione

Locatelli dunque ha smentito una delle tante fake news circolate negli ultimi giorni, e relative alla "pericolosità" del pallone in occasione di eventuali partite di calcio. Un "problema" in meno dunque da prendere in considerazione in vista della possibile ripresa del campionato di Serie A, su cui dovrà esprimersi il Governo. Nella giornata di ieri il ministro dello Sport Spadafora ha incontrato in video-conferenza i vertici del calcio italiano, prendendo così atto della volontà dei club di portare a termine l'annata. Bisognerà però ragionare ancora sul protocollo di sicurezza, e valutare diversi aspetti. Al momento tutto lascia presagire la ripresa degli allenamenti, solo in forma individuale. Per il ritorno al lavoro di squadra invece potrebbero essere necessarie almeno altre due settimane.

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