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Il caso Mancini e il solito errore italiano: un solo uomo fa sistema ma basta una mail e crolla tutto

La vicenda delle dimissioni di Mancini è una storia spiazzante, che ci lascia in una matassa difficile da sbrogliare mentre si favoleggia su cosa abbia in animo di fare tra le voci su ricche offerte saudite e la possibilità di una panchina di un club. Anche in Italia.
A cura di Jvan Sica
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Cosa farà Roberto Mancini dopo le dimissioni da ct della Nazionale.
Cosa farà Roberto Mancini dopo le dimissioni da ct della Nazionale.

Da millenni in Italia abbiamo una strategia di gestione delle dinamiche di potere consolidata e molto nostra. Quando le cose vanno bene emerge il “divide et impera” distribuendo il potere fra più persone per creare una rete di controllo, quando invece vanno male, andiamo dall’uomo forte affinché metta ordine.

In Nazionale sembra sia accaduto proprio questo. Davanti a una situazione per la quale siamo rimasti fuori dai Mondiali per la seconda volta consecutiva, con una Under 21 che non va alle Olimpiadi dal 2008 e un movimento calcistico in generale in piena crisi, si è scelto di dare la gestione totale del calcio in chiave azzurra a un solo uomo, Mancini Roberto, da Jesi.

Tutto è stato pensato questa primavera-estate e ratificato pochi giorni fa, con Mancini che insieme al ruolo di ct della Nazionale maggiore aveva anche il compito di supervisionare l'Under 21 e l'Under 20, un unicum in ottica azzurra.

L'ex selezionatore ha chiuso la propria esperienza inviando una pec in Federazione.
L'ex selezionatore ha chiuso la propria esperienza inviando una pec in Federazione.

Nella storia infatti ci sono stati dei ruoli affidati a tecnici federali anche un po’ più larghi del semplice selezionatore per quella determinata Nazionale, ma mai e sicuramente non in tempi recenti si era arrivati alla possibilità data a un tecnico di gestire i calciatori che possono osmoticamente passare dalle Under alla Nazionale maggiore in base anche alle tipologie di impegno, alle esigenze tattiche delle due squadre e in relazione agli infortuni che colpiscono i calciatori.

L’idea di creare sistema tra le squadre Nazionali è quasi ovvio, ci siamo arrivati tardi ma ci siamo arrivati. Maurizio Viscidi è già il coordinatore delle giovanili e adesso Mancini avrebbe avuto questa figura che diventava fondamentale.
In tutte e due i casi però parliamo di due persone, non di una struttura, una rete gerarchizzata, una sistema e questo ha portato al collasso di cui ci accorgiamo oggi.

Come si è fatto spesso in Italia, abbiamo sempre cercato di fare sistema intorno a una figura e non intorno a un’organizzazione. Lo abbiamo fatto un po’ per il nostro desiderio nascosto dell’uomo che sa e risolve, un po’ per accentrare responsabilità da non prendersi o comunque scaricare su qualcuno di fisicamente presente e presentabile ai media nel momento in cui le cose vanno male. In questo momento il sistema Italia era Roberto Mancini, ma è accaduto l’impensabile: Mancini si dimette con una mail, una pec e salta tutto.

Dopo la vittoria degli Europei nel 2021, l'Italia ha avuto un crollo: è fuori dai Mondiali e rischia per Euro 2024.
Dopo la vittoria degli Europei nel 2021, l'Italia ha avuto un crollo: è fuori dai Mondiali e rischia per Euro 2024.

Da una parte ora siamo in caccia del sostituto, con Luciano Spalletti e Antonio Conte precettati, i quali ben sanno di essere a forte rischio anche di una non qualificazione europea, dall’altra si favoleggia (e giustamente perché tutto è avvenuto troppo in fretta) su cosa abbia spinto Mancini a dimettersi e cosa abbia in animo di fare.

In prima fila c’è l’idea saudita, con i soldi fruscianti dell’apparato sportivo-governativo che sta dettando legge soprattutto in Italia, ma altre impressioni non mancano: chi ci sarà dopo Carlo Ancelotti al Real Madrid (e sappiamo che Florentino Pérez vuole tutto pronto con largo anticipo, vedi questione Mbappé)? Cosa può succedere alla Roma se salta José Mourinho? La Juventus che scarica Massimiliano Allegri (magari proprio in Nazionale) farebbe più di un pensiero a Mancini. In Premier League gli estimatori sono tantissimi.

Insomma dietro la decisione ci potrebbero essere tante possibilità e questo in ottica FIGC ingrandisce il problema e la responsabilità di queste assurde dimissioni agostane sotto l’ombrellone. Non si può creare un sistema intorno a una persona fisica e non avere la certezza al 100% che questa persona ci sia per il tempo stabilito. Non si dà a una singola persona un movimento calcistico nazionale per poi vederselo collassare o quasi il 13 agosto. È assurdo come si è arrivati a questo punto.

Da questa faccenda non ne esce bene Mancini, il quale però ha o dovrebbe avere un motivo per cui darsi pace in fretta, continuando serenamente la sua carriera, ma soprattutto la Nazionale che ha una falla da coprire a poche settimane da due partite importanti per qualificarsi a Euro 2024.

Questo attimo in cui un’intera idea di sistema, giusta o non giusta non è importante, è crollata, dovrebbe farci riflettere sul fatto che senza una costruzione dettagliata di un organismo che si regge sulle condivisioni delle conoscenze ed esperienze, deve essere la base su cui inserire i tasselli e non piazzare un grande tassello centrale a cui tutti si abbarbicano per creare un disegno sensato. Se quel tassello per qualche motivo cade, il disegno si decompone e rimane una matassa che adesso diventa difficile da sciogliere.

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