47 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il campionato ucraino di calcio può riprendere: le partite si giocherebbero in altre nazioni

In Ucraina non si gioca più da una settimana, da quanto è scoppiata la guerra con la Russia. Ma il campionato di calcio potrebbe riprendere altrove.
A cura di Paolo Fiorenza
47 CONDIVISIONI
Immagine

In Ucraina tutte le competizioni sportive sono sospese dal giorno dell'attacco della Russia, giovedì scorso. Impossibile ovviamente pensare a praticare sport, riempire stadi e palazzetti, distogliere la mente e il cuore dalle scene strazianti che riempiono le giornate a Kiev e in tutte le altre città ucraine, pesantemente bombardate da una settimana, con un prezzo pagato già altissimo in termini di vite umane.

Anche il torneo di calcio è dunque fermo alla 18ª giornata, con le due big Dinamo Kiev e Shakhtar a contendersi come d'abitudine la vetta della classifica: la squadra di De Zerbi, appena rientrato in Italia, insegue a due punti la formazione della capitale, allenata da Mircea Lucescu. E proprio il 76enne tecnico rumeno annuncia che il campionato potrebbe riprendere, non in Ucraina ma all'estero, grazie all'ospitalità di nazioni vicine.

"Sì, è una proposta sul tavolo. La Romania è disposta, Polonia e Ungheria anche, so che Ceferin ci sta pensando, se si vuole non sarà una cosa difficile da organizzare – spiega alla Gazzetta dello Sport, auspicando in caso contrario un'altra soluzione per i calciatori delle squadre obbligate a fermarsi – Ora c'è da guardare avanti. Se la guerra prosegue spero che l'UEFA dia ai calciatori la possibilità di svincolarsi, o di andare almeno in prestito per finire la stagione. Parliamo di ragazzi giovani con famiglia, devono continuare a giocare perché il calcio è il loro mestiere. E ha un potere enorme…".

Mircea Lucescu allena la Dinamo Kiev
Mircea Lucescu allena la Dinamo Kiev

Lucescu racconta il dramma dell'attacco russo, pensava che fosse un temporale… "Venivamo da un ritiro verso il campionato che stava per ricominciare, siamo stati in Spagna e ad Antalya con quasi tutte le squadre ucraine, una specie di mini campionato. Poi siamo tornati, giovedì sera abbiamo fatto allenamento in vista della partita di Coppa e poi è successo quello che non ci aspettavamo mai potesse succedere… A un certo punto mi sveglio di notte e il primo pensiero che mi viene è l'estate, ha presente quei temporali estivi pieni di lampi e tuoni fortissimi? E invece no, purtroppo no. Ci dicono che è cominciata la guerra, e che è arrivata alle porte della città. A Kiev non se lo aspettava nessuno. Si pensava che ci sarebbe stata al massimo qualche schermaglia nel Donbass, nessuno credeva a un'invasione come quella che abbiamo visto".

All'inizio Lucescu non avrebbe voluto lasciare Kiev – non con i suoi giocatori ancora in pericolo – poi non ha avuto altra scelta, visto il precipitare degli eventi. La sua odissea per lasciare l'Ucraina non è stata diversa da quella di molti altri fuggiaschi, con scene che non dimenticherà mai: "Diciassette ore durissime, tra dogane e posti di blocco. Per uscire dalla città siamo andati avanti a sette all'ora, le strade erano intasate dalle auto di quelli che scappavano. Fuori da Kiev abbiamo iniziato a prendere strade secondarie, mentre sulla strada incontravamo i convogli dei soldati che andavano verso sud perché intanto erano iniziati i bombardamenti provenienti dal Mar Nero. Così siamo arrivati alla frontiera con la Moldavia, dove c'erano code infinite. E lì ho visto scene brutte, di uomini che accompagnavano al confine donne e bambini, si assicuravano che passassero e poi tornavano indietro. Lì ti rendi davvero conto del dramma della guerra. Perché noi avevamo sentito solo quelli che io avevo scambiato per tuoni, quella gente no…".

47 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views