Il Bologna vince la Coppa Italia dopo 51 anni, Ndoye folgora il Milan: emiliani in Europa League

La Coppa Italia 2025 va al Bologna, la squadra che è riuscita a spezzare l'equilibrio della finale con il Milan sfoderando una delle sue armi migliori: la pressione e l'assalto all'arma bianca, l'aggressione che sfianca e toglie lucidità, la capacità di fiondarsi con tanti uomini al di là delle linee avversarie, costringendole ad abbassarsi in maniera fatale. Quella milanista era quasi schiacciata sulla linea di porta quando Ndoye ha fatto il bello e il cattivo tempo e poi ha scagliato in fondo al sacco la conclusione che Maignan ha visto sfilare a un palmo dalla mano. S'è tuffato, nulla ha potuto.
È la sintesi della stagione del Milan. Eccezion fatta per la Supercoppa in Arabia, è stato sempre sull'orlo del ‘vorrei ma non posso', nei panni dello studente che ce l'ha sulla punta della lingua ma ha un vuoto mentale improvviso. È andata così. È andata benissimo al Bologna che Italiano, al netto di addii pesanti come Zirkzee e Calafiori, ha saputo plasmare, accompagnandolo per mano nel debutto in Champions e poi spingendolo lassù anche in campionato. È soprattutto la sua vittoria, squarciando il velo di sfortuna delle finali in cui aveva masticato amaro. A Roma sono arrivati la conquista meritata del trofeo, 51 anni dopo l'ultima volta, e la certezza che l'anno prossimo sarà almeno in Europa League. Poi le ultime due giornate diranno se c'è anche qualche possibilità di ambire al quarto posto Champions.

Tensione. Si tagliava a fette nel primo tempo e quasi s'è sfiorato l'infarto quando Skorupski ha dovuto estrarre dal cilindro un numero di destrezza da giocoliere per sventare (in serie) un autogol e un paio di deviazioni ravvicinate. Bologna col fiato sospeso, fiato sul collo del Milan quando mette il muso nell'area rossonera. Si va al riposo tra le proteste verso l'arbitro Mariani: il diavolo ce l'ha con lui che tollera una gomitata su Gabbia e sanziona solo col giallo una pericolosa (e scivolosa) entrata su Leao. Schermaglie da finale.
La gara si è sbloccata nella ripresa, il tonfo del Milan è stato fragoroso. Lo sfondamento centrale del Bologna è stato devastante: Theo Hernandez si lascia sfuggire Orsolini, è lui la chiave di volta dell'azione che provoca il panico nel cuore dell'area di rigore rossonera. La palla arriva a Ndoye che ha il tempo, lo spazio e la freddezza di controllare la palla e metterla proprio là dove il portiere francese non può arrivare. Come battere un calcio di rigore in movimento: c'era un solo corridoio per mandare la sfera in buca d'angolo, l'esterno degli emiliani l'ha centrata con una traiettoria perfetta. Tutto bello e buono, arriva anche il check del Var: il dubbio era legato alla posizione di Orsolini, svanisce grazie alla verifica che vede il calciatore tenuto in gioco dal difensore francese di pochissimo. Il gol è uno shock per il Milan: Conceiçao cambia, mette dentro anche Joao Felix e lo trasforma in super-offensivo ma gli emiliani reggono. E vincono.