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Caso Juve, le news su plusvalenze e stipendi

Il 20 gennaio la Juve sa se va a processo sulle plusvalenze come chiesto dalla Procura Figc (e cosa rischia)

In quell’udienza la Corte d’Appello federale discute sulla richiesta della Procura Figc di riaprire il processo sulle plusvalenze per “numerosi, nuovi indizi gravi e precisi”. A breve distanza di tempo il gup del tribunale deciderà se accogliere anche l’istanza dei magistrati di Torino che hanno chiesto il rinvio a giudizio delle persone coinvolte nell’inchiesta Prisma.
A cura di Maurizio De Santis
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La Corte d'Appello federale deciderà se rifare o meno il processo sulle plusvalenze coinvolgendo la Juve e altre società.
La Corte d'Appello federale deciderà se rifare o meno il processo sulle plusvalenze coinvolgendo la Juve e altre società.
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C'è una data segnata sul calendario: il 20 gennaio 2023, ore 12.30. Per la Juventus (e altri otto club coinvolti) è un appuntamento da cerchiare in rosso: a margine dell'udienza in Corte d'Appello Federale saprà se dovrà affrontare o meno il processo bis sulle plusvalenze per quei "numerosi, nuovi indizi gravi e precisi idonei a modificare la decisione finale".

Tutto dipende dalla valutazione delle nuove prove inserite nel fascicolo dalla Procura Figc che ha presentato istanza di revocazione rispetto al verdetto del precedente procedimento che aveva portato all'assoluzione di società e dirigenti coinvolti. Nell’istanza redatta la Procura non ha indicato la richiesta di sanzioni che verrà formulata solo in seguito.

Oltre ai bianconeri figurano anche altre otto squadre (Sampdoria, Pisa, Pescara, Empoli, Parma, Genoa, Pro Vercelli e la vecchia società del Novara) ma non c'è il Napoli che non è menzionato nelle carte dei magistrati torinesi inviate agli inquirenti federali (e si attende le determinazione della Procura di Napoli sull'ipotesi di falso in bilancio sull'affare Osimhen).

I vertici e l'intero CdA della Juventus si sono dimessi a fine novembre scorso.
I vertici e l'intero CdA della Juventus si sono dimessi a fine novembre scorso.

Nella ricostruzione del filone inserito nell'inchiesta Prisma c'è anche un capitolo dedicato ai rapporti con alcune delle società che rientravano a vario titolo nella rete degli affari e delle transazioni di mercato sospette. Operazioni di scambio e/o compravendita che, in base ai riscontri degli investigatori, facevano parte del cosiddetto ‘sistema Juve': il metodo usato per coprire le perdite finanziarie facendo ricorso all'uso eccessivo della plusvalenze.

Quel giorno, il 20 gennaio, segna un passaggio cruciale per il momento molto delicato che sta vivendo la Juventus da quando, sotto l'incalzare dell'inchiesta torinese, si sono dimessi il presidente, Andrea Agnelli, il vice, Pavel Nedved, l'amministratore delegato, Maurizio Arrivabene, e l'intero CdA. L'esito arriverà a breve distanza temporale da un'altra udienza (quella penale davanti al gup) che stabilirà se i vertici del club verranno rinviati a giudizio oppure sarà disposto il non luogo a procedere.

Accerchiata e costretta a difendersi in aula. È la situazione in cui rischia di trovarsi la Juventus qualora i due rami delle inchieste che la vedono coinvolta dovessero arrivare a processo: sarebbero addirittura 3 i fronti lungo i quali battagliare considerato anche il dossier della Uefa sulla possibile violazione del fair-play finanziario e del ‘settlement agreement' l'accordo raggiunto e firmato presentando un piano di rientro dei conti per il deficit di bilancio.

A tremare, però, sono anche i calciatori coinvolti nelle manovre stipendi. La rinuncia a una sola mensilità nel 2020 e poi nel 2021 la dilazione di alcune mensilità (con garanzie non depositate su contratti federali) fa sì che rischino una squalifica. E con loro anche gli agenti.

A quali sanzioni sportive può andare incontro la Juve in Serie A e in Europa? L'articolo 31 del Codice di Giustizia Sportiva disegna diversi scenari in caso di condanna a seconda della gravità dei fatti: il comma 1 fa riferimento a multe e squalifiche; il comma 2 prende in esame gli illeciti rilevati e li collega direttamente alla possibilità di iscriversi al campionato infliggendo penalizzazioni (sanzione minima) o addirittura alla retrocessione.

Quanto ai provvedimenti della Uefa, anche in questo caso c'è un ventaglio di opzioni che vanno dalle più lievi a quelle più pesanti: multa, trattenuta dei proventi derivanti da competizioni europee, limiti all’iscrizione dei calciatori nella lista A, squalifica sull’anno corrente o, nei casi molto più gravi, anche l'esclusione futura dalle gare Uefa.

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