Ian Rush racconta come la fidanzata-modella gli ha salvato la vita: “Pensavo di essere spacciato”

Ian Rush ha pensato davvero di non farcela. Il leggendario attaccante del Liverpool e miglior marcatore della storia del club (346 gol) è riuscito a riprendersi dopo la tremenda esperienza vissuta pochi giorni fa. Il 64enne, con un passato anche nella Juventus, è crollato in casa rischiando anche di morire per le conseguenze della “super influenza”. Fondamentale il ruolo della moglie, la popolare modella e cantante irlandese Carol Anthony.
Ian Rush ha rischiato di morire
Fortunatamente Rush può raccontare tutto. L'ex campione si trovava nella sua abitazione di Chester quando si è accorto che qualcosa non andava. Ha avuto subito le peggiori sensazioni possibili il classe 1961, che ha visto le sue condizioni peggiorare repentinamente: "È stato spaventoso e sinceramente pensavo che non sarei sopravvissuto. Mi sono alzato verso le 2 del mattino perché facevo fatica a respirare e sono sceso al piano di sotto per prepararmi una tazza di tè. Dato che non mi sentivo molto bene, avevo prenotato un appuntamento dal medico alle 9 del mattino. Erano circa le 4 del mattino e mi sentivo già peggio".
La fidanzata di Rush gli ha salvato la vita
Faceva fatica a respirare Rush e la compagna non ha perso tempo nel chiamare i soccorsi. Un intervento repentino e durato a lungo per cercare di evitare il peggio: "Carol ha chiamato l'ambulanza perché ormai facevo davvero fatica a respirare. Sono arrivati entro 10 minuti e sono rimasti con me per un'ora e mezza, e sono stati fantastici. Mi hanno chiesto se volevo andare in ospedale, ma mi ero ripreso e mi sentivo molto meglio, quindi ho deciso di rimanere a casa. Ma dopo 10 minuti da quando se ne erano andati sono crollato e quindi abbiamo dovuto chiamare di nuovo un'ambulanza".
Qui però è stato fondamentale il ruolo della donna, che ha evitato scenari davvero disastrosi. Ian Rush infatti ha spiegato ai microfoni del Mirror: "Questa volta l'ambulanza ha impiegato molto più tempo ad arrivare. Ero a terra, ansimando. Sinceramente pensavo che fosse finita, ero spacciato. Ero in preda al panico, ma mentre aspettavamo un'altra ambulanza Carol mi ha aiutato a superare tutto, spiegandomi come cercare di calmarmi e respirare più facilmente. È stata fantastica".
Rush ringrazia la compagna e il Liverpool
Trasporto in ospedale a sirene spiegate e ossigeno per Ian Rush, in quella che ha definito come "un'esperienza terrificante". Fortunatamente tutto è andato per il meglio, grazie ai medici, a Carol e anche al Liverpool: "Alla fine mi hanno fatto salire sull'ambulanza per portarmi all'ospedale Countess of Chester, a poche miglia di distanza, con la luce blu accesa. Sono stato al pronto soccorso per 48 ore e in un reparto di degenza per tre giorni, prima di poter tornare a casa. Carol è rimasta al mio capezzale ogni notte, senza eccezioni. Il Liverpool Football Club è stato fantastico e mi ha fornito il supporto e l'amore che hanno reso tutto molto migliore. Dopotutto, sono una squadra di famiglia, ed è questo che conta in momenti come questo. Il Liverpool ha fatto di tutto e di più".
Cosa resta di questa esperienza? La consapevolezza che tutto può cambiare in pochi secondi. Proprio per questo Rush ha deciso di darsi da fare senza più perdere tempo: "Mi ha sicuramente fatto riflettere di più sulla vita. Ci sono tre cose – che rimarranno private – che ho promesso di affrontare il più rapidamente possibile. Troppo spesso si rimanda tutto. Beh, questa è stata una bella verifica della realtà e sistemerò le cose senza esitazione nel 2026. È come se avessi avuto una seconda possibilità e sono determinato a sfruttarla al meglio".