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I tifosi della Roma intonano cori razzisti per Stankovic e Mourinho li ferma: gli basta un gesto

Con un gesto Mourinho ha fermato i cori razzisti verso Stankovic provenienti dalla sua tifoseria.
A cura di Ada Cotugno
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Un episodio spiacevole è accaduto durante la partita fra Roma e Sampdoria, in occasione dell'espulsione di Murillo: dalla Curva Sud sono partiti dei cori razzisti verso l'allenatore blucerchiato Dejan Stankovic, difeso a spada tratta da José Mourinho che con un gesto ha chiesto alla sua tifoseria di rispettare il collega e amico, con il quale da sempre c'è un rapporto speciale.

I due infatti sono stati protagonisti del Triplete conquistato dall'Inter nel 2011, con Stankovic in campo e Mourinho in panchina, e da allora il loro rapporto è più saldo che mai nonostante le rivalità sportive che li hanno portati a incrociarsi sul campo. Anche oggi il maestro e l'allievo si sono ritrovati da avversari e Mourinho non ha fatto mancare il sostengo al suo ex giocatore, bersagliato da una parte della tifoseria della Roma che aveva intonato il coro "Sei uno zingaro".

Dopo l'espulsione di Murillo che ha lasciato la Sampdoria in inferiorità numerica alcuni tifosi hanno bersagliato Stankovic (visibilmente nervoso per la decisione dell'arbitro) con un coro a sfondo razzista che ha mandato su tutte le furie l'allenatore che ha risposto alla tifoseria avversaria in modo provocatorio, battendo la mano sul petto.

A difenderlo dagli insulti è stato proprio Mourinho: il portoghese si è alzato dalla sua panchina e con un gesto si è rivolto alla Curva Sud, invitandoli con il braccio a smettere e riportando la calma all'interno dello stadio in un momento molto delicato.

Il gesto di grande sportività dello Special One non è passato inosservato alle telecamere. Anche Stankovic ha voluto ringraziare il suo ex allenatore per aver preso posizione e ai microfoni di DAZN ha sottolineato con orgoglio quali sono le sue radici: "Sono fiero di essere zingaro, sono orgoglioso e non mi offendo. Ringrazio José per il gesto". 

E Mourinho ai microfoni nel post partita ha sottolineato i motivi del suo gesto: "Fatto per un grande uomo, per un grande amico. Sono stato insultato tante volte negli stadio e ho costruito un muro intorno a me. Ha figlie e famiglia e non è bello. I nostri tifosi sono fantastici ma in quel momento ho pensato che potesse seguire il mio istinto. A un mio amico non si fa".

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