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I milioni non fanno il campione, Maldini: “Donnarumma via per soldi? Anche quelle sono motivazioni”

Maldini aziona il rewind e racconta un retroscena sull’addio e sulle motivazioni di Donnarumma al Milan: “Se il tuo obiettivo è ottenere un riscatto sociale e denaro da dare alla tua famiglia anche quelle sono motivazioni”.
A cura di Maurizio De Santis
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Paolo Maldini discute con Gianluigi Donnarumma in una delle ultime partite dell'ex portiere al Milan
Paolo Maldini discute con Gianluigi Donnarumma in una delle ultime partite dell'ex portiere al Milan

Ci sono molti modi per dirsi addio. Il Milan e Gianluigi Donnarumma hanno scelto di farlo alla fine della scorsa stagione senza "mandarsi al diavolo", ponendo fine al tormentone e alla ridda di voci sul rinnovo, sui baci alla maglia e alla promesse di amore eterno, sulle pretese economiche, su "io faccio quel che dice Mino (Raiola, il suo agent, ndr)", sulle accuse di ingratitudine tracimate in minacce e sull'epiteto ("Dollarumma" al quale i tifosi porgono banconote da 20 euro) che nemmeno le prodezze agli Europei con la Nazionale campione sono riuscite a cancellare.

Paolo Maldini lo salutò senza rancore, con stile, mettendo il club davanti a tutto, al netto di un'offerta molto alta che era stata proposta al giocatore e di un'altra impareggiabile (i 10 milioni del Psg) per i tempi che corrono e per le esigenze di bilancio. Le strade si separarono nonostante tutto. Nonostante il club avesse investito tempo e fiducia su di lui, gli avesse consegnato anche la fascia di capitano e fosse pronto a fare del ragazzo l'icona di un club in ricostruzione.

Donnarumma ha scelto altro e, a distanza di qualche mese da allora, l'ex campione oggi dirigente milanista non cambia accenti nel parlare di lui nell'intervista a ‘Sette', inserto del Corriere della Sera. Non lo giudica, non gli punta l'indice contro perché ha preferito un contratto più ricco. Non lo espone alla berlina né lo dà in pasto ai tifosi. Ma una differenza la fa. Ed è fondamentale per comprendere la diversità di prospettiva, mentalità, epoca tra l'idea di calcio con la quale è cresciuto Maldini e tutto il resto. "In un mondo ideale l'unica vera motivazione di un calciatore dovrebbe essere la passione".

Donnarumma tra Pioli e Maldini nell'ultima stagione giocata in rossonero.
Donnarumma tra Pioli e Maldini nell'ultima stagione giocata in rossonero.

Usa la parola passione, accanto ci sono anche ragione e sentimento. Un mix che può darti una carica incredibile solo se non hai altre priorità. Soprattutto se scegli di andare dove puoi essere ricoperto d'oro. Una decisione presa per tante ragioni e non (solo) per amore del vil denaro. "Se il tuo obiettivo è ottenere un riscatto sociale e denaro da dare alla tua famiglia – ha aggiunto Maldini -, che ha stretto la cinghia per te negli anni della tua infanzia… anche quelle sono motivazioni. Da capire e rispettare".

Come fai a dire no di fronte a proposte milionarie? Per farlo devi avere dentro di te dell'altro, quel fuoco sacro che Maldini presenta come "motivazioni sportive fondamentali" per "raggiungere certi risultati e una certa statura come giocatore". Se vengono meno o non le hai, tutto cambia. E tutto può accadere, "può succedere che le necessità di un giocatore non si combinino con quelle di una società. C'è chi riesce ad aspettare, e chi invece ha fretta. Ma non tocca a me giudicare certe scelte".

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