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“I calciatori del Napoli non si passano la palla, faccio i nomi”: l’accusa di Massimo Mauro

La sconfitta e l’eliminazione dalla Coppa Italia sono un tonfo fragoroso per la squadra che ha lo scudetto sul petto. Le cause di questa stagione balorda sono riconducibili anzitutto alla gestione e alle scelte sbagliate da parte del presidente, De Laurentiis. In campo, però, accade qualcosa di allarmante.
A cura di Maurizio De Santis
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In Coppa Italia il tonfo del Napoli contro il Frosinone è stato fragoroso.
In Coppa Italia il tonfo del Napoli contro il Frosinone è stato fragoroso.

Il Napoli sconfitto 0-4 in casa dal Frosinone ed eliminato dalla Coppa Italia è un cazzotto nello stomaco. Può piegarti in due e lasciarti a terra oppure pungolarti in quell'amor proprio dei campioni d'Italia che incassano figuracce del genere – al netto di responsabilità che sono da ricercare anzitutto nel delirio di onnipotenza e di scelte sbagliate da parte del presidente, Aurelio De Laurentiis – con lo stesso effetto di una secchiata d'acqua fredda.

Ma non c'è da stupirsi. È vero che non è detto si debba vincere sempre e per forza, ma l'immagine proposta in questi mesi è da parvenu non da dirigenza ventennale. Il sonno della ragione, anestetizzata dall'euforia e dalla vanagloria per com'è stato gestito tutto il post scudetto, ha generato il mostro che è sotto gli occhi di tutti.

Le facce stravolte dei calciatori per il ko umiliante subito al Maradona.
Le facce stravolte dei calciatori per il ko umiliante subito al Maradona.

L'erba del Maradona scotta, è divenuto terra di conquista. Una squadra che non è più una squadra. Spaccata in due. Con calciatori che in campo vanno col salvagente addosso e in bocca il "si salvi chi può" di chi avverte addosso la sensazione del naufragio e prova a far da sé. Altri che in testa e nell'animo s'arrovellano sul rinnovo e sui meriti non giustamente riconosciuti (e ricompensati). Altri ancora che giocano col contagocce e sgomitano: finché filava tutto liscio era più facile tenerne a bada gli umori, ora è tutto più complicato.

Il fastidio per un impegno di ‘poco conto' è divenuto palese quando a (ri)prendersi la scena sono stati i cosiddetti ‘titolarissimi': è stato uno sfacelo, con Osimhen che a fine gara bofonchiava, ce l'aveva con alcuni compagni di squadra (i difensori in particolare) mentre Mazzarri andava in tv a metterci la faccia e a prendersi gli schiaffi.

Vittoria netta e indiscutibile da parte dei ciociari di Eusebio Di Francesco.
Vittoria netta e indiscutibile da parte dei ciociari di Eusebio Di Francesco.

"Fino a mezz’ora dalla fine della partita c’era la seconda squadra, poi sono entrati i big ed è andata malissimo", è l'osservazione fatta da Massimo Mauro a Mediaset nel commentare con grande stupore il tonfo degli azzurri, protagonisti contro i ciociari della peggiore prestazione di una stagione compromessa.

Non è l'unica aggravante, ce ne sono un altro paio che l'ex calciatore aggiunge a corredo della riflessione. "Sono rimasto colpito da altri due aspetti. Il primo è che Napoli ha preso quattro gol quando sono entrati quattro big". Il secondo è anche più allarmante: "I giocatori che finora hanno avuto poco spazio non passavano la palla ai compagni. Ho avuto l'impressione che cercassero la giocata importante per mettersi in mostra. E faccio anche i nomi: Raspadori. Se hai davanti a te quattro giocatori e non servi la palla è brutto".

La delusione di Osimhen, esce a capo chino dal terreno di gioco del Maradona.
La delusione di Osimhen, esce a capo chino dal terreno di gioco del Maradona.

Come si spiega questa situazione? Da uomo di campo Mauro chiarisce il concetto alimentando la discussione con altri spunti. "È come se ci fosse l'ansia di mettersi in evidenza agli occhi dell'allenatore – ha concluso – consapevoli che lì davanti c'è Osimhen. Non m'è piaciuto come si sono mossi in attacco. La cosa peggiore che può capitare in una squadra è vedere un compagno in attacco e non dargli la palla. Ed è capitato per tre, quattro volte".

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