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Giuseppe Rossi, il cuore oltre la sfortuna: “Il calcio è la mia vita, non intendo smettere”

“Pepito” si è presentato alla Spal con la voglia matta di tornare in campo: “Sono un calciatore, ho 34 anni, ho perso troppi anni con gli infortuni e voglio rifarmi”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il cuore oltre gli infortuni. La voglia matta di riprendersi tutto quello che la malasorte gli ha sottratto nel momento migliore della carriera. La vita di Giuseppe Rossi è stata scandita da tonfi fragorosi (a causa dei problemi fisici) e trionfi durati troppo poco (la tripletta alla Juventus che regalò una storica vittoria alla Fiorentina). A 34 anni, dopo una breve esperienza in America, è tornato in Italia per mettere un punto con il passato e ricominciare tutto daccapo. La Spal ha puntato su di lui per raddrizzare una stagione che ha preso una brutta piega, lo ha accolto con gli onori che si devono al suo talento, spazzando via ogni dubbio sulla sua integrità fisica. A Ferrara resterà fino al termine del campionato e forse anche di più, molto dipende da come andranno le cose.

Venti minuti contro l'Alessandria hanno permesso a Pepito di rompere il ghiaccio. A Cosenza potrebbe fare ancora un po' di rodaggio (come si dice in gergo). Addosso avrà sempre la maglia 49 (numero che ricorda l'anno di nascita del padre), il resto toccherà a lui. Si presenta parlando di "chiodo fisso", quando spiega cosa significa rientrare nel ciclo degli allenamenti. "Questa è la mia vita – dice alla Gazzetta -, ho sempre pensato al mio ritorno in campo. Mai a un dopo oppure a un piano b. Ho anche paura a immaginare come sarebbe. Mi sono dato alla tv ma non sono bravo, stessa cosa nell'ambito della ristorazione… la verità è che sono un calciatore, ho 34 anni, ho perso troppi anni con gli infortuni e voglio rifarmi".

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Il contatto con la Spal di Tacopina è stato come la classica occasione da cogliere al volo. Lo ha fatto senza dubbi né ragionamenti particolari, pronto mettersi in discussione. "Sono qui per questo – ha aggiunto – e nulla mi spaventa, nemmeno m'interessano le critiche. Sono soddisfatto di queste settimane di lavoro iniziale e di fare questo percorso. Farlo in Italia per me era prioritario".

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