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Gianluca Rocchi a Open VAR perde la calma: “Dovresti vedere come m’incazzo”. Con chi ce l’ha

Rocchi si sfoga a Open VAR dopo l’analisi degli episodi da moviola e le polemiche su Udinese-Lazio: “Se non credete alla nostra buona fede, lascio”.
A cura di Marco Beltrami
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Gianluca Rocchi a Open VAR ha perso la pazienza e lo si può capire dal tono e dal linguaggio utilizzato. Il designatore arbitrale si è lasciato andare a uno sfogo dopo l'analisi del tanto chiacchierato episodio del gol di Davis in Udinese-Lazio. Quando all'ex arbitro è stato riportato il comunicato durissimo della società capitolina, che ha parlato di "errori sempre a sfavore, ripetuti e difficili da comprendere", chiedendo rispetto e uniformità di giudizio, Rocchi si è lasciato andare.

Gianluca Rocchi si sfoga a Open VAR, perché si è arrabbiato

Se qualcuno pensa che non ci sia buona fede nell'operato degli arbitri, Gianluca Rocchi è pronto a dimettersi. Presa di posizione dura da parte di Rocchi, che non nasconde il fastidio per certe parole: "Se qualcuno non crede alla nostra buona fede, io domani mattina lascio. Cioè senza proprio mezze misure. Perché su questo, cioè sul fatto che si debba mettere in dubbio la nostra buona fede, io su questo argomento non entro qua. Anche perché vengo qua, faccio sentire gli audio, i ragazzi si mettono a disposizione per far sentire i loro audio e ti garantisco che non è piacevole quando tu hai commesso semplicemente un errore".

La replica al comunicato della Lazio

Gli errori fanno parte dell'operato degli arbitri, ma per Rocchi è inaccettabile alludere anche a una presunta disparità di trattamento. Per questo il numero uno dei fischietti è categorico: "Se qualcuno pensa che noi non siamo onesti intellettualmente o che non abbiamo, diciamo, non facciamo… Il nostro obiettivo è quello di fare meno errori possibili. Poi ne commettiamo, sbagliamo. E la cosa, se tu sei con me, in qualche weekend vedi quanto mi incazzo. Uso anche un termine un po’ duro oggi. Poi se uno non ci vuol credere o meno, non è più un problema mio".

Anche perché, al netto della difficoltà della valutazione sull'episodio, non ci sono i margini per polemizzare sulla decisione, secondo Rocchi: "Quando ti capita un episodio al 95%, qualunque esso sia, è chiaro che tu ti dici: ma è possibile, no? Come posso spiegarlo anche? Perché poi vai a vedere l’episodio, vai a leggere il regolamento e cerchi di capire come spiegare un episodio, nel bene e nel male, e in questo caso fai fatica. Poi però devi essere lucido, razionale, ti confronti e dici: ma la decisione finale è corretta o no? Sì, e io devo comunque spiegare che la decisione è corretta".

Perché è giusto non annullare il gol di Davis contro la Lazio

In realtà l'analisi di Rocchi ha comunque confermato la difficoltà della valutazione, visto che la regola del calcio dice che "il tocco di mano è un'infrazione se il calciatore segna immediatamente dopo che il pallone ha toccato le sue mani-braccia, anche se in modo accidentale". Gli arbitri hanno dovuto valutare dunque se il gol di Davis è arrivato "immediatamente" dopo il tocco di braccio. Questo, per il designatore, è il vero problema di questa regola: "Perché l'immediatezza è qualcosa di immediato. Cosa vuol dire? Tocco di mano, anche accidentale, palla a terra, segno. Ti ricordi il gol di Meister in Pisa-Fiorentina? Ha un'immediatezza: sono 2-3 secondi, praticamente il tiro in porta. Noi abbiamo un problema su questo argomento: tu non hai un'oggettività, non hai un numero di secondi, non hai un parametro. Tu cerchi di essere logico nelle cose che fai. In questo caso il giocatore recupera la palla con un tocco di mano sì, ma fa quattro dribbling di fronte a sé; pertanto, se tu mi chiedi immediatezza, questo non può essere immediatezza mai".

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Di certo non è stato facile, ma da qui a parlare di cattiva fede per Rocchi è una deriva molto grave. Per fugare ulteriormente i dubbi ecco la richiesta di una maggiore chiarezza: "Al tempo stesso ti dico anche molto sinceramente che se io da fuori devo capire, e non sono un arbitro, quale delle due sia la decisione corretta, faccio fatica. Per cui te lo dico da arbitro: è una regola su cui sicuramente va fatta chiarezza, questo lo dico io e me ne assumo la responsabilità, perché poi alle persone dobbiamo dare risposte che siano il più oggettive possibile. È chiaro che in questo momento questo avverbio, ‘immediatamente’, ci mette un pochino in difficoltà e io oggi, ragazzi, non posso dire che hanno sbagliato, perché se io vado a vedere l'immediatezza in questo caso non c'è. E quindi la decisione che prendono, anche a fatica, e questo ti dimostra la loro totale buona fede nella decisione finale, è proprio legata al fatto che hanno da una parte probabilmente un istinto, dall'altra hanno un regolamento che li obbliga a una certa scelta”.

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