Gattuso sparirà in caso di fallimento nei playoff mondiali: “Andrò a vivere lontano dall’Italia”

Battendo Israele a Udine in un'atmosfera non esattamente serena, visti gli incidenti che si sono verificati nella città friulana a margine del corteo pro Pal, l'Italia si è assicurata matematicamente la partecipazione ai playoff di marzo per andare ai Mondiali, dando per quasi impossibile che la Norvegia non riesca a battere l'Estonia nella sua ultima partita del girone e consenta così un fantascientifico sorpasso agli azzurri qualora dovessero vincere i loro due match residui, di cui uno è lo scontro diretto con gli scandinavi (ancora più inverosimile l'altro scenario in cui la nostra nazionale riesca a rimontare la differenza reti abissalmente peggiore, passando da prima a pari punti). Rino Gattuso il suo primo compito affidatogli lo ha portato a casa, ma sa bene che non sarà niente se non completerà il lavoro superando i playoff e riportando l'Italia ai Mondiali dopo due edizioni mancate: "I meriti me li prenderò se riuscirò a centrare l'obiettivo – dice in conferenza post partita – sennò andrò a vivere lontano dall'Italia. Già ci sto un po' lontano, ancora più lontano…".

Rino Gattuso dopo Italia-Israele: "Non sono uno scappato di casa, qualcosa ho fatto in questi anni"
Quattro partite sulla panchina dell'Italia da quando ha preso il posto dell'esonerato Luciano Spalletti e quattro vittorie, con ben 16 gol segnati, non esattamente una cosa abituale per una squadra che da anni era parecchio asfittica in attacco: "Non sono uno scappato di casa – rivendica Gattuso – qualcosa ho fatto in questi anni, però sapevo che c'era gente che aveva fatto molto di più di me e l'ho presa come una grande responsabilità, non come un peso. Sapevo quello che volevo fare, ce l'avevo ben chiaro, ma non non pensavo di riuscire a mandare la squadra 16 volte al gol. Non pensavo questo, pensavo di provare a riuscire a creare un gruppo, a creare una squadra che poteva stare bene in campo, però il merito è loro. Io ho pochissimi meriti. Lavoro sì, gli sto vicino con lo staff, lavoriamo tantissimo, perché sono 7-8 giorni che bisogna veramente lavorare tanto, si dorme poco, però si fa anche questo perché dopo quando arrivano le vittorie si si sta molto bene".
"Mi piace la la disponibilità dei ragazzi – continua il 47enne tecnico calabrese – È una squadra che che si allena sempre al top, è una squadra che che sta cominciando a stare bene insieme. Noi vogliamo provare a fare determinate cose, a volte ci riusciamo, a volte no. E dopo voi parlate dei 16 gol, ma per me il lavoro che stanno facendo gli attaccanti è incredibile, vanno a fare pressione, fanno doppia scalata, vanno in profondità, vengono a giocare sulle seconde palle, e questo sia in fase difensiva che in fase di possesso. Li cerchiamo sempre e ci fanno sviluppare il gioco. Penso che tutto questo lo stiamo facendo molto bene, oltre alla mentalità. Oggi la squadra ha sofferto, ha saputo soffrire, abbiamo fatto tante cose buone, e penso che bisogna essere soddisfatti e guardare guardare avanti sapendo che ancora c'è tanto da lavorare".

Il CT azzurro ha rinunciato a cercare di capire chi beccheremo ai playoff: "Ci vuole un ingegnere nucleare"
Adesso c'è da superare lo scoglio dei playoff, una nemesi per l'Italia dopo le dolorose eliminazioni per mano di Svezia e Macedonia del Nord che ci hanno tolto gli ultimi due Mondiali. L'avversario della semifinale (e anche quello dell'eventuale finale) ancora non è noto, dipenderà dai risultati delle ultime gare nei vari gironi di qualificazione. Gattuso dal canto suo ha rinunciato a cercare di capire chi beccheremo… "Per riuscire a capirlo ci vuole un ingegnere nucleare. Perché ogni ogni volta che perde una squadra, dopo si rischia di beccarne un'altra. Io ho strappato i fogli, ho strappato tutto… Oggi si può perdere con tutti, proprio noi non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno. Anzi grande rispetto per tutti e noi siamo quelli che si devono mettere l'elmetto e e riuscire a fare le robe come si deve".