FIFA sceglie Egitto-Iran come ‘Pride Match’ ai Mondiali 2026 ma entrambi i paesi criminalizzano l’omosessualità

La FIFA ha acceso il dibattito scegliendo Egitto-Iran come “Pride Match” dei Mondiali 2026, un incontro pensato per promuovere i diritti della comunità Lgbtq+. Il match si giocherà il 26 giugno al Lumen Field di Seattle, nel corso della rassegna iridata che si svolgerà nell'America del Nord dall’11 giugno al 19 luglio.
Una decisione che, però, appare carica di contraddizioni: entrambe le nazionali coinvolte provengono da paesi in cui l’omosessualità è perseguita per legge.
Il paradosso FIFA: Egitto-Iran scelto come ‘Pride Match' ai Mondiali 2026
L’iniziativa era stata definita molto prima del sorteggio dei gironi, avvenuto lo scorso 5 dicembre a Washington. Solo con la pubblicazione del calendario si è scoperto che la partita simbolo del Pride avrebbe visto affrontarsi Egitto e Iran. In Iran l’omosessualità è punita anche con la pena di morte, mentre in Egitto le norme sulla morale pubblica vengono spesso utilizzate per reprimere le relazioni e i diritti delle persone Lgbtq+.

Nonostante le polemiche, la FIFA non ha al momento previsto modifiche al programma. In una dichiarazione rilasciata a Outsports, un portavoce ha spiegato che la partita è stata concepita per valorizzare le celebrazioni del Pride a Seattle e nello Stato di Washington, sottolineando il ruolo del calcio come strumento di inclusione e dialogo tra culture diverse.
Non è la prima volta che le iniziative a sostegno della comunità Lgbtq+ incontrano resistenze nel contesto dei Mondiali. Già nel 2022, in Qatar, la FIFA aveva scoraggiato l’uso della fascia "OneLove" ai capitani, minacciando sanzioni sportive, nonostante la contemporanea promozione di campagne sui diritti in collaborazione con diverse agenzie delle Nazioni Unite.
C'è grande dibattito in merito e presto sicuramente ci saranno sviluppi sulla vicenda.