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Ferrara vola da Maradona al cimitero: “L’ho sentito sereno, forse si è tolto un peso troppo grande”

Ciro Ferrara racconta il viaggio in Argentina per andare a trovare per la prima volta il suo amico Diego dopo la morte: “Mi è sembrato di sentire la sua voce: Ciro, ma che ci fai qui?”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Ciro Ferrara lo aveva annunciato una settimana fa, era in partenza per l'Argentina, per andare a trovare un vecchio amico che non era ancora riuscito a salutare: "Sto salendo su un aereo. Volo a Buenos Aires, per la prima volta da quando hai lasciato questo mondo – aveva scritto l'ex compagno di Diego Maradona al Napoli – Adesso mi sento pronto. Vengo a salutarti dove mai avrei voluto trovarti. Ben piegata, ho messo in valigia tutta la mia tristezza. Nella tasca interna una copia del mio libro, con la dedica per un amico ancora in vita. Anche stavolta, come ogni volta, il viaggio rappresenterà il tempo sospeso tra desiderio e realtà: sarà come riagguantare l'illusione che tu mi stia aspettando. Vigorose pacche sulla spalle e sorrisi di gioia che fanno rumore, come accade quando due vecchi amici finalmente si riabbracciano, dopo aver toccato insieme il cielo del mondo".

Il 55enne Ciro aveva dunque scritto quella dedica – "A Diego, gli amici che contano sono quelli che puoi chiamare alle 4 del mattino… Tu a quell'ora eri sempre sveglio. Ti voglio bene, capitano" –  aveva riposto nella sua valigia il libro scritto due anni fa ed era volato al di là dell'oceano. Per dare un senso compiuto ad un capitolo che aveva segnato la sua vita in maniera indelebile, come uomo e come sportivo. Due Scudetti storici, una Coppa Uefa, una Coppa Italia, una Supercoppa, ma soprattutto l'orgoglio di aver diviso campo e spogliatoio con il più grande, di esserne stato amico vero, stimato e amato.

"Avrei voluto partecipare al funerale del mio amico il 26 novembre di due anni fa ma c'era il lockdown e non era possibile raggiungere l'Argentina – spiega al Mattino, di ritorno dal Sudamerica – Sono partito da solo per vivere tre giorni di grandi emozioni, 72 ore completamente calato in quello che è stato il mondo di Diego. Avevo accanto Juan Pablo Sorin, ex nazionale argentino e mio compagno per un anno nella Juve".

Ciro Ferrara con Juan Pablo Sorin in Argentina
Ciro Ferrara con Juan Pablo Sorin in Argentina

"Sono partito dalle origini – racconta Ferrara – Villa Fiorito, quel quartiere povero dove nacque Diego. È ancora una zona popolare ma negli anni '60 non c'erano neanche le strade. Sono stato poi a Lascano, in quella casa che l'Argentinos Juniors mise a disposizione della numerosa famiglia di Maradona quando firmò per l'Argentinos Juniors: adesso è un museo. E poi il murale più grande al mondo dedicato a Diego, gli stadi dell'Argentinos e del Boca Juniors, poi anche quello del River Plate. Alla Bombonera, la casa del Boca, avevo partecipato alla sua partita d'addio, unico calciatore italiano. Era il 2001. Quattro anni dopo lui si sarebbe presentato a quella che organizzai io al San Paolo. E poi sono stato al cimitero, grazie a Claudia e Dalma, la moglie e la figlia a cui ho portato non soltanto la mia testimonianza d'affetto ma anche quella di tanti ex calciatori del Napoli e della Juve e di semplici tifosi".

Ferrara ha avvertito nitidamente qualcosa quando finalmente si è trovato al cospetto del vecchio amico: "Avevo immaginato questo viaggio tante volte, quando era in vita, e avevo sognato un abbraccio a un compagno e a un uomo che ha avuto un ruolo fondamentale nella mia carriera, perché nell'anno del suo arrivo a Napoli fui convocato per il ritiro della prima squadra. Entrando in quel cimitero, ho avvertito un'atmosfera di serenità. Mi è sembrato di vedere il volto di Diego e ascoltarne la voce: Ciro, ma che ci fai qui? Come fosse sorpreso della mia visita. L'ho sentito sereno in quel luogo. Forse si è tolto un peso troppo grande che portava da tanto tempo sulle spalle. E anche io, finito il viaggio in una città dove trovi Maradona ad ogni angolo di strada, mi sono sentito risollevato". Se è vero che nessuno muore finchè vive nel cuore di chi resta, Diego Armando Maradona è ancora in mezzo a noi. Ovunque.

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