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Caso scommesse nel calcio

Fagioli racconta l’incubo delle scommesse, tra prestiti e minacce: “Paga o ti spezziamo le gambe”

Rivelati alcuni passaggi dei verbali dell’interrogatorio di Nicolò Fagioli in Procura. Scenario terribile per il giovanissimo centrocampista che si è autodenunciato e ha confessato tutto. Anche particolari agghiaccianti del tunnel delle scommesse illegali.
A cura di Alessio Pediglieri
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Nicolò Fagioli ha deciso di patteggiare con la Procura e di raccontare per filo e per segno il baratro in cui è finito dal momento in cui ha iniziato a scommettere su eventi sportivi, tra cui il calcio, prima su siti illegali e poi autorizzati dallo Stato. Una china che è iniziata anni fa, che il giocatore della Juventus ha raccontato autodenunciandosi e ammettendo di essere affetto da ludopatia, motivo per cui ha già iniziato un percorso di recupero. Sul fronte sportivo, resta la squalifica ridimensionata per la collaborazione, mentre sul fronte umano emerge una storia terribile, fatta di ossessioni, puntate, prestiti, disperazione e minacce.

Alcuni dettagli emergono dall'interrogatorio effettuato da Fagioli in Procura risalente lo scorso 28 settembre, dai quali emergono elementi inediti sull'incubo ad occhi aperti in cui si è cacciato con le proprie mani il giovane centrocampista. Un fiume in piena che esonda nel momento in cui entra nei particolari della sua triste avventura nel mondo delle scommesse. Sul  fronte sportivo ha ricevuto dalla FIGC una sanzione inferiore a quella prevista dal Codice per la manifesta volontà di collaborare: una squalifica di 7 mesi, con prescrizioni alternative, e una ammenda economica. Il tutto per aver infranto l'art.24 della Giustizia Sportiva, che vieta la possibilità da parte di un tesserato, di effettuare scommesse su eventi calcistici organizzati da FIGC, UEFA e FIFA.

Ma ciò che allarma è il fronte umano raccontato da Fagioli, di un ragazzo allo sbando che si è trovato nel vortice senza accorgersi ed è caduto sul fondo, trascinato dalla malattia, da quella che lui stesso ha definito una "ossessione" dalla quale non è più riuscito e uscirne. Tutto iniziato in modo ingenuo, quasi per gioco e finito in un incubo ad occhi aperti: "All'inizio un calciatore, avendo molto tempo libero finisce con il provare l’ebbrezza della scommessa per vincere la noia" ha deposto in Procura. "Con il passare del tempo divenne un’ossessione". Alcune ricostruzioni già erano trapelate come nel caso del nome di Sandro Tonali, colui che ha iniziato Fagioli alle puntate: "Lo facevano pure gli altri e non mi ponevo il problema che fosse illegale. Fu Sandro Tonali a farmi registrare tramite un account". Ma sono altri i particolari che aprono il varco verso una vita che guarda in faccia alla disperazione.

Tra i verbali emerge una sconcertante realtà: "Il periodo più brutto è stato fra marzo e aprile 2023" ha ammesso Fagioli, che torna anche su un episodio particolare che lo ha visto in campo protagonista in negativo. "In Sassuolo-Juve ho commesso un errore tecnico e sono stato sostituito. All’uscita ho pianto, per i debiti. A settembre 2022 erano 250 mila euro, poi erano arrivati a 2,7 milioni". Il baratro è sempre più grande: Fagioli gioca, scommette, perde sempre più soldi continuando a puntare sul calcio, sport prediletto insieme al tennis.

Lo sconforto di Nicolò Fagioli durante Sassuolo-Juventus del 16 aprile 2023
Lo sconforto di Nicolò Fagioli durante Sassuolo-Juventus del 16 aprile 2023

Le giocate sono senza limiti, su partite di Serie A ("Torino-Milan del 30 ottobre 2022: puntai sul pareggio o sulla vittoria del Milan") o Champions League come Real Madrid-Inter, iniziando a perdere soldi su soldi: "Circa 110 mila euro con le betar.bet e specialebet.bet, circa 1,5 milioni con la piattaforma illegale bullbet23.com, circa 1,3 milioni con altra piattaforma illegale" spiega nello specifico con un debito che ad un certo punto sfiora i 3 milioni di euro.

Una somma folle, davanti alla quale Fagioli attinge a piene mani dal proprio conto corrente che, però, viene preso in mano dalla mamma che pone un freno alle costanti e sempre più alte uscite: "Non potevo prelevare più soldi dal mio conto controllato da mia madre e ho cominciato a chiederli ai compagni di squadra". Accampando scuse, pretesti, in un giro di indebitamento che inizia ad essere l'inizio della fine: "Dicevo loro che mi servivano per comprare alcuni orologi Rolex in una gioielleria di Milano". Tutte scuse, la realtà era ottenere in qualsiasi maniera i soldi necessari per pagare i debiti: "Per restituire le somme a volte compravo dei Rolex con bonifico bancario" continua Fagioli in Procura. "A volte li consegnavo io. Altre passavano i titolari delle piattaforme a ritirarli in gioielleria".

L'alternativa? Se non si pagano i propri debiti il sistema è chiaro e spietato: si finisce in mano alla malavita e ai riscossori senza scrupoli. A tal punto che lo stesso giocatore ammette di essere stato oggetto di feroci minacce, nei casi di reiterata insolvenza: "Ti spezzo le gambe". Fino a non farcela più e ad autodenunciarsi lo scorso agosto, con la richiesta d'aiuto per uscire dal buco. Oggi, il tunnel ha ancora un'uscita lontanissima, bisogna fare i conti con la giustizia sportiva, la propria coscienza, il problema della ludopatia e confrontarsi con l'opinione pubblica e una verità da raccontare per evitare terribili giudizi.

La 'storia' pubblicata da Fagioli sul suo profilo Instagram
La ‘storia' pubblicata da Fagioli sul suo profilo Instagram

Ed è per questo che oltre che con la Procura, Nicolò Fagioli ha annunciato sui social che racconterà in prima persona il suo dramma, per far fronte alle speculazioni che già sono in atto: "Pensavo di partire chiedendo scusa non solo ai tifosi bianconeri, ma a tutti i tifosi del mondo del calcio e dello sport per l'errore ingenuo che ho fatto" ha scritto su Instagram. "invece no, sono obbligato a partire dallo schifo che scrivono su di me giornali, persone solo per mettermi in cattiva luce con mille falsità… o forse meglio, solo per conquistare due visualizzazioni in più. Presto parlerò".

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